Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DEL CAVALLARIZZO |
che sopra tutto, i pascoli siano irrigati di acque correnti, chiare placide & buone, si come ho detto, e dico, che di tali si dilettano molto simili animali, & per tal dilettatione essere stati animali amatori delle acque. Resta à dire alcuni avertimenti & notandi. Devete sapere che una cavalla sterile si pò ingravidare, secondo alcuni, mettendo in bocca al cavallo che la coprirà l’ortica alquando pesta, e se l’inghiottirà farà più effetto. E’ buono medesimamente il nitro, & lo sterco del passaro, un poco di resina, & un poco di termentina, polverizate le cose da polverizare, & meschiate poi ogni cosa insieme, & poste nelle parti naturali del cavallo, & della cavalla. Et perche accade ben spesso alle cavalle una certa infermità molto dannosa, la quale procede da soperchia pituità & reuma nel capo raddunata, per la quale tra pochissimi giorni diventano molto magre & melanconiche, & anco se moreno, se presto non son soccorse, si deveno soccorrere con questo rimedio. Pigliate cinque sestarij di garo, chi non intende questi termini, ne addimandi a’ medici, o spetiali periti, perche io non vi potrei dichiarare che cosa fusse questa misura sestario, & questo medicamento garo, se non con lunga circonscrittione; pigliate adunque cinque sestari di garo, & per alcuni giorni continui infondetelo per le narici alle cavalle che patiscano l’infermità suddetta. Perche questo tutta la pituita & reuma ne farà uscire, & purghera benissimo la testa.
Cap. 31. Che cosa giovi ad eccitar al coito i cavalli, & le cavalle oltra le suddette.
Benche molte cose siano quelle che possano incitare al coito simili animali, dalle quali di sopra se n’è ragionato in parte, & potriano per aventura bastare, nondimeno io non voglio lasciar di dirvi ancora che tra gl’antichi auttori trovo che alcuni npopoli, come furono i Mysij, & Libij à guisa di un certo himeneo cantavano & sonavano ne gli armenti delle cavalle, le quali insieme con li lor stalloni dal canto, e dal suono allettate grandemente, usavano insieme, nel tempo della monta molto più volentieri. Et non è dubbio che la soavità del suono, e del canto non gl’ecciti assai al coito, & che per tal soavità più facilmente le cavalle non s’ingravidano, si come dicano Eliano, Euripide, & Plutarco; & che per questo anco dipoi non partoriscano gli heredi più belli, & più allegri. Et non solo dal canto, & dal suono sono invitate al coito le cavalle, Misie & le Libice, ma alla mansuetudine ancora; in modo tale che lasciata ogni selvatichezza, ferocità & paura, seguitano il pastore dovunque vadi sonando la zampogna. Et fermando il suono il pastore, si fermano ancor esse; e se al suono s’aggiunge il canto, sono prese da tanto diletto & piacere, che non possono contenersi dalle lagrime. I pastori