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LIBRO PRIMO 25

di vigore sommigliandosi al fuoco della paglia, & al solfo; il calor che ha il qual presto si estingue. Io nondimeno sono d’opinione contraria; & lasciando di diffondermi con tante filosofie; dico che la bontà del leardo argentino si dimostra nella lustrezza mista di negro nel manto, dinotando l’una spiriti purificati, & l’altra l’addustione, le quali sono quelle, che levano & consumano disseccando la malignità della flemma, & dell’humor freddo, & humido, facendolo aere, & duro; & tanto più seguiterà questo, quanto che gl’argentini havranno una lista, che ugualmente discenda dal mezzo delle orecchie per mezzo della schena, & vadi sì come i crini ad annegrire tutta la coda. Et oltra à questo se haverà le gambe nere, & le punte dell’orecchie sarà anco migliore, & di più vaghezza, la qual lista negra con tutti questi estremi suddetti, negri miglioreno assai anco ogni pelo imperfetto, & li perfetti fanno eccellentissimi. Il quarto luogo è dell’armellino, candido, & bianco. Il quinto è del mellato ò volete dir mal atto. Et il sesto & ultimo è del stornello. Questo pelo leardo ha principio dall’humor flemmatico, & pituitoso, il quale quanto più è freddo, tanta maggior bianchezza genera; & quanto più la freddezza è temperata dà addustione, tanto più ha del negro meschiato col bianco. Per questo i leardi rotadi, & moscati in negro per haver mistura ugualmente compartita di colera addusta, & di flemma (si che l’uno humore non predomina l’altro) sono migliori della altre specie de’ leardi suddetti. E questo aviene ancora quando i leardi chiari, over candidi haveranno alcuna ò più pezze nere per il corpo. Ma non però che siano molte, ne troppo grandi. Saranno boni anco gli armellini, se riversandogli il pelo si trova, che il cuor sia negro, & che hanno il muso & intorno à gl’occhi che nigreggia. Che se bene il flemma per la sua humidità & freddezza & corruttibile & molle, per la mistura dell’addustione, che dimostrano le parti che havemo dette, viene ad esser bastevolmente duro & salso; & per questo diventa humore aere, & per modo di dire, incorruttibile. Et questi tai cavalli sono generosi, savij velocissimi, & con tutte le altre parti, che si sono dette. Et però sono molto amati da Prencipi grandi, & sono in gran stima, quando però habbino, come vol Platone, gl’occhi negri ben formati, & grandi, che faciano bene l’ufficio loro, & siano di unghie nere, liscie, & dure, il che di rado gl’aviene. Questi cavalli così candidi & fulgenti, così come dimostrano havere ispiriti & gl’humori molto purgati, così anco sono molto vaghi à vedere, & signorili, ritirando à se con gran piacere li animi de’ risguardanti. Et di qui vien che i Papi tra gl’altri Principi i maggiori per lo più non cavalcano altri cavalli, che questi. Et molti sono stati d’opinione che siano più vivaci, & durabili de gl’altri, & che siano meno soggetti alle infermità & appresso à molti antichi furno in gran stima, & pregio, & massime appresso à Platone. Et si legge che il cavallo di Silla Dittatore