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DEL CAVALLARIZZO

razze bone, dalle triste, & le più eccellenti dalle mediocri per la moltitudine infinita, che ve ne è di molti Principi, Signori, et cavallieri sarebbe cosa troppo lunga & molto difficile. L’Abruzzo però anch’esso ha di bonissime razze & di tutte l’Aquilane sono le migliori; & tra queste quella di Messer Horatio, & Messer Nanni de Rosis gentilhomini veramente cortesi, & virtuosi, sono delli migliori, & principali. Nel paese di Roma ancora vi sono assai belle, & bone razze, & n’escano molti boni, & belli cavalli d’ogni sorte; & migliori ne uscirebbono, se le razze fusseno tenute, come si deve, & che i poledri si cavassero più tardi dalle razze, si che fusseno fortificati d’osse, & nerbi, che cavandoli così teneri & cominciandoli à cavalcar così tosto s’indeboliscono molto, & mancano assai più presto. Ma naturalmente sono di bone forze quando sono ben tenuti, sono di bon’animo, & valore, hanno spirito, & sono molto atti ad ogni sorte di maneggio. Ne escono assai cavalli bastardi, & molti ginetti, ma pochi corsieri. Et venendo ad alcun e razze particolari, dico, che la razza degl’Eccellentissimi Signori Farnesi è eccellentissima. Et quella del Signor Bonifacio Gaettano Signor Illustrissimo di Sermoneta, il quale è di virtù, & di bontà, pò stare al paro si qualsivoglia Prencipe, & Signore, che hoggi si ritrovi. Cavallarizzo del qual fui io al tempo della guerra tra Filippo Re di Spagna & Paolo Quarto; & hebbi per mastro si stalla Messer Vittorio di Sermoneta, & per cavalcatore Virgilio Napoletano, giovane invero, da farsi molto eccellente in quest’arte. Io ci havea ancora dui miei creati, Camillo dall’Olio di Ravenna: si chiamava l’uno, e l’altro Bernardino da Fossato. Il primo è morto con mio grandissimo cordoglio, & l’altro ancora vive con esso me, & spero debbia fare bonissima riuscita, essendo accorto, destro, disposto, nervoso & animoso, & di età di vintidue anni. Hor la razza del suddetto signore è anco perfettissima, & se fosse attesa, & governata come si richiede, credo che faria cavalli assai migliori, che non fa, perchè ha cavalle bellissime & stalloni molto boni, & luoghi molto atti da tenerle, si d’estate come d’inverno, herbosi, & piene di bonissimi pascoli, rigati di perfette acque correnti, & abondanti. Ce ne sono di molt’altre razze in questo paese medesimo, tutte bone, ma io lascio per essere breve; & voglio passar à dirvi cose di maggiore importanza. Non resterò per questo di dirvi di novo, che la razza di Mantoa è meglio attesa di tutte l’altre d’Italia, & perciò eccede tute in eccellenza. Et in essa sono razze appartate de’ Frisoni & Corsieri, di Turchi di Barbari di Ginetti, & d’ogni sorte de’ cavalli sopradetti, anco di Ubini; Et generalmente tutti i cavalli di questa razza sono di gran spirito, di bon senso, docili, & assai bone forze, atti a ogni sorte di maneggi, & alla guerra. De’ cavalli di questa razza si dilettò tanto Carlo quinto Imperatore, che gl’anteponeva in ogni valore à