nel corpo, come Plinio, & altri sonnasi quando dorme, come l’homo. E’ stata opinione di molti che trovandosi de’ cavalli silvestri, come molti Gregi erranti se ne vedeno nella Siria, & altrove, che il cavallo sia naturalmente animal fiero, & che con arte & industria de gl’homini, poi si sia dimesticato. Et altri vedendone tanta copia di dimestichi dicano, che naturalmente è animal domestico. Et li primi allegano che à veder la sia fierezza basta à veder l’instinto della natura, che hanno; che come son posti in libertà volentieri si ritirano alla campagna, cercando per questo la libertà, come cosa lor propria, & naturale. Et li secondi allegano che se fusseno silvestri, & fieri non così facilmente si lasciariano prendere da gl’homini, ne patirebbono il freno, la sella, i ferri, & tant’altre cose. Et che il cercar la libertà, & la campagna non è per fierezza, ma per desiderio dell’erbe, & dell’acque, che sommamente amano. Et anco perche desiderano di trovar cavalle, essendo loro nati alla campagna, & allevati con esse gran tempo, et essendo inclinatissimi per la loro complessione, & natura, & molto atti al coito. Questa seconda opinione pare habbi migliori, & più ferme ragioni della prima; conciosia che non diremo ne anco questo che il cane sia animal fiero, & silvestre, se ben si trovano dei lupi ne’ boschi; ne men che l’asino sia silvestre per trovarsi de gl’onagri, ma si bene ch’egli è animal domestico di sua natura, & molto amico all’homo. Hor il cavallo anco ha gran corrispondenza, & somiglianza, con la complessione dell’homo, per il che è sottoposto à tutte infirmità, alle quali è sottoposto l’homo, sì come di sopra dicemmo. Morto il cavallo, dal corpo suo si generano vespe, come dice Ebano, à dinotare che da animale veloce, & destro nasce la vespe prestissino, & destrissimo animale. Et per questo gl’Egitij volendo significare la vespe depingevano il cadavero del cavallo come vol Oro. Et s’io volessi dire delle infinite proprietà, & virtù che ha dopo morte, sarebbe troppo lunga materia, però la lascio, & sol dico che la spuma, riducendomi al caval vivo & feroce, data à bere à Tisici giova molto, ma al cavallo fa gran danno. Ma è tempo hormai passare al nome. Egli è chiamato cavallo dal cavar la terra che fa col piede, così come anco dal suono del suo piede concavo, che fa battendo quella; è detto da’ Latini sonipede, & anco cornipede. Pò anco essere detto cavallo quasi cosa pretiosa molto, che vale assai, tratto per aventura questo nome dal Francese, che lo chiama che val. I Latini lo chiamorano ancora equus che vol dire giusto uguale & à se stesso corrispondente. E veramente il cavallo non solo ha equalità, & temperamento di complessione, & natura; ma etiandio ha gran giustezza, & corrispondenza, & equalità nelle sue attioni, & maneggi, & nella volontà, & intelletto, come si vede assai chiaramente senza ch’io mi affatichi in provarlo; & come si è visto di sopra Chiamasi anco destriero dalla destrezza, che tiene nelle ationi sue, & corsiero quasi corfiero mutata la lettera