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LIBRO PRIMO 17

se così ammaestrato da Bellorofonte di poi che l’hebbe preso bevendo al fonte Pireno Corithio, quando se apparecchiava per gir contra la Chimera monstro insuperabile secondo che vol Strabone. Et tra molte cose che scriveno di questo caval Pegaso, dicono che fu trasportato nella sfera ottava, che addimandano il firmamento, & il ciel stellato, & tiene il luogo appresso alli Astrologi della figura decima ottava delle quarant’otto che lor cavano da mille, & ventidue stelle elette. Et questo cavallo alato, forse non dimostra solo l’eccellentia di Perseo, & Casiopea, ma influisce ancora nelle spetie de’ cavalli; & inclina per aventura la mente de gl’homini à delettarsi dell’uso d’essi, sono celebri molt’altri cavalli, che le favole de’ Poeti antichi raccontano, li quali io lascierò à dietro per brevità. Ma di gran bellezza, & valore, & sopra tutto gl’altri debb’essere Bucefalo cavallo d’Alessandro Magno, così detto ò dallo sguardo torvo, & terribile, che havea, ò dalla testa simile à quella d’un toro, over dal marco, & segno secondo alcuni scrittori, che havea in una spalla d’una testa di toro. Questo famosissimo cavallo fu d’un occhio solo per natura secondo Pellagonio; & però dicano che fu detto Arcinaspo, che in Lingua Schitica vol dir con un’occhio solo. Della bellezza, & valor del quale solo basta dire, che non lasciandosi cavalcare da nessuno essendo poledro, fu compro nondimeno da Filippo Re di Macedonia per sedeci talenti, che di nostra moneta sono settemillia ducati d’oro. Ne mai da altro si lasciò cavalcare da poledro, ne quando era in habito regale, che dal suo Alessandro. Et senza habito regale si lasciava cavalcare dal cavallarizzo solo. Et nel fatto d’arme c’hebbe Alessandro contra Poro Re, morse di molte ferite; non patendo però mai che per le ferite Alessandro ne dismontasse per rimontar sopra altro cavallo, fin che salvo non l’hebbe condotto fuor del pericolo grande. Il perche in segno della bontà, valore, & merito suo lo fece sepelire nel medesimo luogo, dove morse, honoratissimamente; & in sua memoria nell’istesso luogo fece edificare una superbissima città, dal nome del quale Bucefalo la dinominò Bucefalia; & hora chiamasi Alessandria. Il caval Leiano fu famosissimo, & fu recato proverbio per infortunatissimo. Si come l’oro di Tolosa; & fu sempre più volte compro à prezzo grandissimo per la rara bellezza sua. Famosissimo fu Astorcone cavallo di Giulio Cesare così detto non perche fosse nato in Asturia di Spagna, ma per l’eccellentia sua così nel correre come nell’altre virtù che s’appartengono à valoroso, & nobilissimo cavallo. Et perche l’Asturia è solita generare simili cavalli, per questo pò essere ancora, che Astorcone fusse addimandato. Questo stupendissimo cavallo, havea i piedi quasi humani, & in modo di diti fesse l’unghie. Et essendo nato appresso à Giulio Cesare, da questo pogliò l’augrio dell’Imperio di tutto il mondo, per esser lui serentissimo, & per haverlo detto anco gli aurispici, & indovini: & però con diligentia grande lo allenò, & tenne sempre