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LIBRO PRIMO 12

più nobile; ciascun po’ vedere, che il cavallo reca utilità infinita sopra tutte le cose, alli stati, facendosi con esso tutte le fattioni importanti, & più necessarie nella militia. Percioche l’assicurar le strade per gli esserciti, & vettovaglie, il romper quelle alli nemici, le scaramuccie, il tentar l’essercito adversario, il riconoscere, & dar cognitione delli paesi de’ nemici; & in somma i muri delli eserciti con l’ordinanze de gl’homini d’arme in campagna aperta, & nelle giornate; in che altro consisteno, che ne i cavalli leggieri, & homini d’arme. Et s’alcuno dicesse, che si deve tener più conto della militia à piede, che della militia à cavallo: & sopra questo m’allegrasse tutte le ragioni, essempi, & auttorità, che adduce un certo autore del discorso, che sopra à questo fa; gli rispondo, che l’isperienza ci dimostra il contrario. Percioche se bene alcuna volta i Romani smontarono da cavallo: & hebbeno à piede quella vittoria, che à cavallo havrebbono perduta al lago Regillo contra i Latini, & à Sora: com’egli nel suo discorso allega; si pò credere, che questo fusse per altra cagione, ch’esso non isprime. Et chi dubita, che al tempo de’ Romani, almeno della Repubblica, non ci era uso bono del cavalcare, ne selle da poter stare bene à cavallo, ne freni atto à reggerlo, come si deve, ne arme da armare, ne l’homo à cavallo, ne esso cavallo? Ne si legge, che alcuno de’ Romani in quei tempi si esercitasse à cavallo in Campo marzo; ma si bene à piede. Et pò ben esser anco che all’hora non fusse così ben conosciuta l’utilità grande della militia equestre, come dipoi di tempo in tempo è stata ogn’hora conosciuta meglio. Et si pò credere, che usassero i cavalli solamente in quanto la necessità delle guerre, e non come la utilità richiedeva; & in quei casi, che esso allega, secondo Livio, i Romani smontassero à piedi: ò per la qualità de’ sciti aspri, ò per la strettezza de’ luoghi; ò per la debolezza de i cavalli, ò per altro accidente non espresso. Et se Livio non ha scritto queste particolarità, è degno di scusa, parlando di cose molto antiche, le quali non essendo specificate nelli annali, che seccamente solo i fatti raccontano, senza renderne ragione, è necessario, che seguendo quelli, racconti ancor esso seccamente le cose, che trova scritte. Ne gl’essempi di Sguizzari à Novara, & contra il Re Francesco, & del Tarmoglia, provano cosa alcuna; essendovi infiniti altri esempi, & cento per uno in contrario, che i cavalli han rotto i fanti: Et quello di Carmagnuola si vede essere per le armi, non per la sorte della militia. Ne si deve dar orecchio à quelle ragioni, che esso allega. Delle quali la prima è, che l’huomo à piede pò andare in molti luoghi, dove non pò andare à cavallo, perche il cavallo ancora pò fare molte fattioni, & più utili, che non pò far l’homo à piede. Et che riceva più ordine la militia à piede, che la militia à cavallo, in bona parte è falso, perche i cavali boni possono tener ogni ordine & à tempi nostri se ne sono veduti infiniti essempi. Et similmente le altre ragioni