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LIBRO TERZO 124

vero, se alli historici devemo prestar fede.

P.
Hor seguitiamo più oltra, la robustezza però del corpo ancor che in parte aiuti molto il cavalcare, non par però, che ne anco tanto al cavallarizzo si convenga, che senz’essa non possi fare; pur che non sia di soverchio; & che sia vero vostro padre non fu egli debile, & di poche forze? & chi fu mai non dimeno più aggratiato; & bello nel cavalcare di lui? Il quale su cavalli asprissimi, come sapete se à quel tempo se ne trovavano, & usavano, pareva piantato & inchiodato in sella, & come si dice, quasi un Centauro, tant’era unito & incollato à cavallo. Et chi ne seppe mai più di quest’arte di lui? Non fu egli per questo prima gratissimo à Lodovico Duca di Milano per sopra nome detto il Moro gratissimo All’Alviano così franco & valoroso capitano, generalissimo de’ Venetiani, non men caro alla nostra signora Duchessa di Milano, & sopra modo accetto al Gran Capitano Prospero Colonna? per non starsi à dire che recusò di servire à Francesco padre di Henrico Re di Francia, & di molt’altri grandi. Non sete debile ancora voi? & non vi mancano di molte parti; che voi desiderate che sieno nel vostro cavallarizzo? & in quest’arte non dimostrate saperne tanto quanto altri che sia? & se non nel cavalcare, il quale so ben’io che mai da un tempo in qua havete fatto se non con grandissimo rispetto, per molti rispetti humani, al meno col comporre che havete fatto di quest’opera? nella qual compositione si vede chiaro non solo quel che sapete, che havete fatto, che fate, & che havereste potuto fare quando i prencipi vi fosseno stati più benigni, over vi fusseno, ma la grandezza, & altezza alla quale inalzate tanto quest’arte, & con modo christiano, & catolico da per tutto, che ne antico, ardirò dire, ne moderno alcuno non credo vi trapassi innanzi, se pur v’arivi.
C.
Non più di gratia Cavallier Prospero che mi farete dire, ò che voi siate adulatore, & che vi vogliate burlare di me, ò che l’affettione che mi portate vi abbarbaglia la vista facendovi parere quello che veramente non è, & in questo caso intraviene à voi proprio quel che à molti suole incontrare, che peccando in qualche discesa calda, & discorrendo qualche poco di humor sanguigno soverchio ne gl’occhi, par loro di vedere avanti à quelli andar alcune moschette rosse over luciolette. Ma molto meglio dirò s’io vi dico, che così propriamente vi aviene, come accade à quelli, che per veder meglio la cosa si metteno gl’occhiali, ma se li metteno rossi, per li quali poi anco che ogni cosa gli para più grande assai di quello che non è la vedeno però, che è molto peggio, di colore rosso. Levatevi dunque gl’occhiali rossi dell’amor, che mi portate, & di pii fate giuditio, & in vero se così seguirete in lodarmi, & in lodar le cose mie, darete inditio manifesto à questi Signori e cavallieri, che v’hanno fatto giudice in questa lite, di essere non che sospetto, ma del tutto partialissimo. Tacete di gratia, ch’io non vò per questa