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LIBRO TERZO 122

li, come con gl’huomini, si come di sopra nel secondo libro dissemo, con cavalli poltroni, infingardi, & restivi, & calcitrosi essere necessarijssimi; ma voglio però che in simili castighi si trovi anco sempre la patientia, & la temperanza: la quale fa conoscere la equalità dell’animo, & operare niente di più, ne manco di quello che si conviene ad huomo savio. Ne sta bene che con gl’huomini anco il cavallarizzo sia impatiente, & intemperato, adirandosi per ogni minima paroluccia, che senta dire in biasimo del cavalcar suo, & de’ cavalli ch’egli ammaestra, & governa, che così spesso bisognarebbe venire all’arme, non che alle contese, & alle parole: il che deve fuggire piu che sia possibile; eccetto però, che nelle cose che direttamente concernono honore, & vergogna. Nelle quali deve non solamente venire à quelle, ma essere fierissimo, & per modo di dire impatientissimo, & intemperato. Con la virtù adunque della temperantia mai eccederà nel più, & mai farà manco di quello che se gl’apartiene, non solo nelle aggitationi de’ cavalli, nelle quali questo sopra modo se gli conviene, ma ne anco nelle altre sue operationi publiche, & private. Il che quanto lo debbi far perfetto considerate mò da per voi, & però ho voluto sopra dirvi ch’io vorrei che fosse temperato.

P.
Benissimo certo, perche noi vediamo che questi impatienti, & intemperati mai fanno cosa buona nè a cavallo, nè a piede; & bene spesso vengono in disgratia dei lor Signori; sì come venne quell’amico, che voi sapete, che per darne, & volerne dare tante da un cavallo, lo amazzò; la hebbe però in questo dell’astuto, & il patrone del gentile, che adimandandogli perche lo havea così ucciso, rispose per farlo buono, & che sentendo che molt’altri cavalcatori n’amazzavano molti, egli ancora s’havea voluto provare in questo, & era il primo che havesse morto, havete ben fatto soggiunse il da ben Signore, ma per far di queste prodezze sarà bene che voi vi troviate altro padrone. Et quell’altro che per sentire ogni minima paroletta dire in poco biasimo de’ cavalli agitati da lui, & in molto meno suo, voleva la manco cosa combattere in stecato; & Dio sa poi quel che havrebbe fatto nel venire alle mani, & l’istesso era si intemperato in alcun’altre attioni sue, che bene spesso per il vino non sapeva mantenersi in nessun termine lodevole. Si che questi non sono termini di perfetto cavallarizzo, ma d’huomo impudentissimo, & intemperantissimo. Et però ritorno à dirvi che di là da bene ci havete sodisfatti in volerlo patiente, & temperato. Ma questa virtù della patientia,& temperantia, havrei à caro sapere come l’acquisterà il cavallarizzo.
C.
A’ guisa dei fanciulli dell’isole Baleare, che hoggi si chiamano Maiorica, & Minorica, li quali per acquistare il pane, posto dalle madri in alto assai, à fine che imparassino fin da tal’età ad assuefarsi alle fatiche, & ad acquistarlo col sudore, & con l’ingegno, se lo volevano mangiare bisognava che si affatigassero, & ingegnassero di salire su à prenderlo, over con le frombe à farlo cadere. Voglio inferire che queste virtù non s’acquistano se non con