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LIBRO TERZO 117

nese sopra di questo, voi non havreste havuto causa di dubitare hora: dico ancora che per questo si convien che sia in Dialogo, perche discorrend’io della natura de’ cavalli ne gl’atti, del cavalcare, e di tant’altre e cose pertinenti al sapere d’ogni buon cavallarizzo, & voi hora essaminandomi, che ben si pò dire essamine, il sottil interrogare che voi mi fate, habbi quasi sotto un sol discorso risposto à quanto voi havreste potuto adimandare in più, & più volte in tal discorso; lasciando solo di nuovo il dubitare à voi sopra esso, & adimandare.

P.
Veramente che queste vostre ragioni mi piaceno ma non so però bene come si attacca, che prima habbiate dato il Dialogo fuori che sia stato il ragionamento tra noi: non dimeno si ammette ancor questa. Hor voi però havete seguito il rimanente de gl’altri due libri che vi restava in quest’ultimo, che havete fatto in dialogo, volendovi forse di questo in questa forma tacitamente quasi come per Apologia servire, et rispondere ad alcune tacite obiettioni, che vi havrebbon potute fare.
C.
L’intento mio non è stato già di servirmente in questo conto, ma pur quando il Dialogo in ciò mi servisse che mal sarebbe? Ma lasciando hormai questo discorso, seguite vi prego oltra nel dimandare, che per vero mi fate cosa gratissima, percioche oltra ch’io desidero di compiacervi, voi mi date anco causa con le vostre adimande, & obiettioni di acuirmi l’ingegno nel rispondere.
P.
Da che conosco di farvi cosa grata seguirò il dimandarvi; & prima desidero sapere che altre cose sono quelle che al cavallarizzo s’apartengono di sapere oltra quelle, che ne i libri superiori havete detto.
C.
Tutto quello che si è detto de’ cavalli, & del cavalcare credo che habbiate per manifesto che se gli convenghi sapere, & molto più ancora ch’io non ho detto circa le cose medesime; il che io ho lasciato, & lascio, perche sarei stato, & sarei più lungo di quello, che il dovere havrebbe voluto, & il rimanente del giorno d’hoggi comporta; & perche anco se sarà letterato, & intelligente lo potrà sapere, & cavare agevolmente da libri, con legger spesso, & attentamente molti auttori, che di si fatte cose hanno trattato. Ma quelle però ch’io vorrei che sapesse il mio cavallarizzo, & che l’ornassero in guisa tale che perfetto si potesse adimandare non sono ne queste, che hora vi ho conte nel ragionar nostro ne quelle che ne i libri di sopra dissemo disgiunte dall’altre ch’io vò dirvi hora, se pur il tempo ci basterà à ragionare, che già vedo, che l’hora si fa tarda, & non potremo.
P.
Havemo ancora più di un’hora di tempo prima che l’hora sia d’andare a spasso, & però fatelo di gratia in questo mentre piu perfetto che potete, che se bene il naso, ò le mani, ò altro gli mancasse per compirlo, noi siamo per riddursi un’altro giorno, e un’altro se non basta, per sentirvi che finiate.
C.
Ancora che voi habbiate voglia di burlare, io non dimeno vorrei da vero, che’l cavallarizzo del qual parliamo fosse come voi siete Cavallier Prospero, che almeno sarebbe & compito cavalcatore,