larizzo ho detto prima tutte quelle cose che havete inteso ne i libri superiori.
- P.
- Adunque voi volete così al vedere, che uno non possi essere perfetto cavallarizzo se non sa tutto quello, che voi havete detto di sopra?
- C.
- Come se voglio, Anzi io vo che ne sappi infinit’altre; parte delle quali io ve ne dirò prima che finiamo il nostro discorso.
- P.
- Adunque quelli che non sanno leggere non potranno, secondo voi, essere perfetti cavallerizzi; & nondimeno si vede il contrario, che molti non sanno, ò sanno a mala pena malamente leggere, come per non andar lontano per essempio fu poco è il valentissimo in quest’arte messer Ambrosio di Milano, i cavalli fatti per mano del quale erano finissimi, & per questo, & per il buon governo che havea d’una cavallerizza, & intendersi bene della natura de’ cavalli fu sempre cavallarizzo istimato di Prencipi e Signor grandi. Et paremi che la maggior parte de’ cavallarizzi hoggi di sappino non che poco ò niente di filosofia, & lettere latine, ma ne anco leggere bastevolmente, & nondimeno sono pure eccellentissimi, & istimati molto.
- C.
- Questi, cavallier mio sono di quelli che disse zanni che sanno scrivere ma non sanno leggere. Et io non vi niego che uno non possi cavalcar bene, & far anco ben governare una cavallarizza col buono ingegno naturale, & lunga pratica, & memoria tenace senza sapere a mala pena leggere, & anco senza, ma vi dico ben questo che costui farà le sue cose senza stabile fondamenta, ancor che n’habbi una gran pratica; & durerà doppia fatica, per bisognarli havere non che tenace memoria ma tenacissima; dove allo’ncontro colui che la saprà anco meglio, & più facilmente, & con maggior autorità appresso à ciascuno prevalersi del suo offitio, & farsi istimare. Ne mi negarete che quelli che non sanno leggere non siano anco nel piu d’ingegno obtuso, & per consequente di non ben composte maniere; le quai cose quanto si disdichino in un perfetto cavallarizzo giudicate mò voi; & anco che Ambrosio, qual fu certo mio grande amico, & creato in parte del padre mio, riuscisse, sapendo poco ò nulla di leggere, & così alcuni altri rieschino, haveva costui & hanno questi si pò dire l’arte utente, & non la docente, sì come si vede che molti anco hanno, ancor che siano rustiche & habitano le Ville, la logica in questa guisa insegnatali dalla natura, ma quanto sia meglio havere & l’uno et l’altro non credo che dubitate. Oltra che io vi potrei rispondere che se Ambrosio & quest’altri sono stati, o sono eccellenti nel mestieri, non sono d’adurre in consequentia; per che già ho detto più volte che una rondine & un fiore non fanno Primavera; perche nella maggior parte trovarete che quelli che sanno non solamente ben leggere, & scrivere, ma hanno ancora lettere latine, & non solamente hanno buona humanità, ma filosofia ancora, sapranno anco meglio conoscere la natura de’ cavalli, & isprimere li loro concetti; & conosciuta li sapranno con più ragione amaestrare, governare, & renderne ferma & vera demostratione; dove quegl’altri anderanno sempre da ciechi,