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DEL CAVALLARIZZO

nissima. Piacque à ciascuno questo parere, & così si ritirassemo à casa, & il seguente giorno nell’hora detta tutti comparsemo à cavallo nel luogo istesso, eccetto che il Cavallier Prospero, che tardò alquanto dopo gl’altri à venire; per la qual cosa parendomi d’haver per ciò campo assai commodo d’assalirlo, con amico motto lo assaltai dicendo. Ben si pare cavallier Prospero che di gia dubitate del giuoco quando nel comparire sete stato l’ultimo. Anzi nò, soggiunse subito messer Roberto Mantoano cavallerizzo molto eccellente, & persona molto affabile, & piacevole, ma pò ben essere che il studiar delle dimande, & argomenti, che vi ha à far contra lo habbi trattenuto questo poco di piu de gl’altri, & voi messer Claudio ve n’accorgerete nelle proposte, & risposte, che vi farà s’egli è, com’io vi dico. Guardate pure che non sia il contrario rispose il Signor Giambattista Pignatello gentilhuomo napoletano, & veramente non men faceto, & cortese, che nel mestier del cavalcare molto raro, perche essendo il Commendatore molto amico, & servitore di gentili, & belle donne, si sarà voluto accomiatare dalla sua signora prima che entri in questro ballo, parendosi forse che troppo habbi à durare per lui, che ha à fare con uno che li saprà rispondere. Si per mia fe, ridendo sogiunse il cavalier Seloro, Gentilhuomo non men dolce nella conversatione, che saggio nel governo di cavallarizza, & suave nel dire in rima i suoi concetti, che voi direste il vero, quando noi non sapessimo che’l Corte non pò impattarla non che vincerla col Comendatore, che ha disertissima lingua, & è Dialettico perfetto. A questo si rise alquanto, & furono dette piu cose, ma poi subito il Comendadore prese il parlare e disse. Hora vi accorgerete Signori per che causa io sia tardato piu de gl’altri à venire; ma di gratia cavallieri dismontiamo, & ritirianci di là sotto la bella loggia à sedere, & poscia veremo alle mani con la lingua; la quale ancor che in me sia impedita alquanto, spero però di snodare così bene, che per aventura legarò quella di Messer Claudio. Et ridendosi à questo ciascuno dismontò volentieri, parendosi ben fatto di ritirarsi là, & postoci à sedere, diedemo di comun consenso l’auttorità del giudicio in questa lite al Signor Giovan’ Antonio Catamusto, & al Signor Giovan Aloigi di Ruggiero; li quali son ambi cavallieri consumatissimi in quest’arte; ma lor scusandosi recusorono il carico, & rivolti all’Illustrissimo Signor Giulio Orsino ch’ivi à caso si ritrovava dissero, à voi signore tocca il peso di questo giuditio; gia che di tante bellissime parti sette dottato. Et il limite dissemo tutti noi altri, conoscendo in vero che tra tutti i cavallieri egli era si come Capitano, segnalatissimo, cavalliere singularissimo, & di molto sapere, & sforzandolo à questo mal volentieri l’acettò; ma di poi subito iscusandosi & rendendo gratie à ciascuno della bona opinione che di lui havevano disse. Di gratia cavallieri siate contenti, che cosi come per compiacervi io ho accettato questa impresa, &