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DEL CAVALLARIZZO

nella carriera, & in ogni sorte di maneggio. Et come si deveno correre i cavalli dipoi che sono fatti con huomo armato sopra & romperci lancie almeno una volta al mese. Et soggiunsemo come si deveno avezzare, & agitare cavalli che si vogliono per la guerra. Et come quelli da duelli. Et come quelli da pompe, feste, & giuochi. Et dissemo del modo da tener barbari & altri cavalli, per correr palij. Appresso diedemo castighi per cavalli raminghi, restivi, che s’inalborano & sono calcitrosi. Soggiunsemo dell’uso della camarra molto utile, e chi ne fu inventore, & dissemo del cavallo, che va col muso in fuora, & di quello che torce la bocca sotto il freno, & che ha credenza, & è più duro di collo da una banda che dall’altra, & diedemo i suoi rimedij. Rimediaimo anco al caval superbo, & disdegnoso di bocca, che scrolla il capo & lo abbassi di volta in volta, così anco à quello che se ne va di bocca per cattiva creanza; medesimamente al caval poltrone, vile & infingardo, & che non riesce come si deve alla carriera; & quello che non piega le braccia, ne le muta, & incavalca come si richiede nelle lettioni. Dissemo del modo d’insegnar al cavallo la ciampetta, & che cosa fusse. Insegnassemo di poi il modo di far ingenocchiare, & abbassare il cavallo fin col muso in terra, e da terra prendere una bachetta, & insegnassemo anco à fare che altri non l’havrebbe potuto cavalcare eccetto il cavallarizzo, over padrone. Dissemo del maneggio à corvette, à volte ingannate serpeggiando, & con una volta & mezza; aggiunsemo del maneggiar il cavallo senza aiuto di redine, & senza barbazzale, & del modo d’insegnar al cavallo à corvettare da per se, e maneggiar à i repeloni terra a terra. Finalmente havemo dati al cavalliero alcuni notandi. Et con questo chiuderemo il libro.

IL FINE DEL SECONDO LIBRO.