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DEL CAVALLARIZZO

sciuti per quelli che sono. Hor prima dico, che gl’inventori de’ freni furono i Lapiti veletronij popolo di Tessaglia, sì come vi dissi, che vuol Vergilio. Nondimeno è da credere, che ne fossero inventori così alla grossa, senza haverne tante considerationi, come hoggidì havemo all’età, à gli animi, alle bocche, alle schene, & alle gambe, & piedi de’ cavalli. Et benche tuttavia si veda, & per gli scrittori antichi degni di fede, & per le pitture illustre, & statue anch’esse antichissime, i cavalli frenati diversamente, pur non si po’ per questo comprendere ne congietturare, che frenassero con quella ragione veramente ingiusta, che hoggidì si frena: & che da tempo è andata sempre fin’hora megliorando. Della qual ragione certamente l’Italia nostra, senza dubbio alcuno ottiene il principato; & non solo dell’imbrigliare i cavalli con tutte quelle ragioni, che si richiedono, & che in parte da noi saranno accennati; ma del fare i morsi ancora con più bel garbo, & misura, che si possi desiderare; i quali per venire à quello, che noi vogliamo dire, sono in due differenze, in freni chiusi, & aperti. Briglie chiuse & serrate, si domandano quelle, le quali s’aggroppano nel mezo dell’imboccatura, overo hanno detta imboccatura tutta d’un pezzo, come hanno quelli, che s’addimandano canoli, dalla canna pur così detti perche sono tondi ugualmente d’imboccatura, & vacui dentro. Et briglie aperte sono poi quelle, che fanno montate nel mezo senza aggropparsi: siano poi svenate, chiaponi interi, ò spezzati, ducheschi, piè di gatti, ò altri. De i freni serrati, il primo, & dolcissimo di tutti è il semplice canone. Il quale si può variare in molte guise, come sarebbe à dire, in canon comune; svenato, à chiapone, à piè di gatto, con profili, & senza, & tutto d’un pezzo, il quale hora s’adimanda canolo, come havemo detto. Gli effetti del canon semplice sono molti; ferma la testa, aggiusta la bocca, dà appoggio al cavallo, & al cavalliero sicurtà di poterlo castigare di man di briglia, più che con altro morso. E di qui viene, che a’ poledri è il primo à porsi, & similmente si mette con ragione à cavalli di gentil bocca, disdegnosi, & che boccheggiano, & che sono di picciol testa, & à quelli, che hanno la bocca rotta & guasta per diffetto d’altre briglie, & di chi cavalca. Vero è, che quando il cavallo havesse, over facesse sott’esso la lingua grossa, & negra, & nondimeno le gengive & barre fossero tenere, e l’altre parti della bocca buone, allhora sarete sforzato farlo aperto; cio è svenato a chiapone, over ad altro modo pur aperto, accioche la lingua grossa habbi la libertà honesta. Il secondo morso è la scaccia: la qual tiene il secondo luogo in dolcezza, & fa quasi i medesimi effetti, che fa il canone. Ben è vero ch’ella è un poco più gagliarda; & tanto più ingagliardisce quanto più ingagliardite voi le sue maniere, & i chiaponi, & l’altre parti in essa. Il terzo è il campanello, il quale è anco più gagliardo della scaccia; & si riduce in serrato in più modi, cio è dritto, & alla riversa, liscio, & intagliato, integro