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DEL CAVALLARIZZO

Cap. 20 Del modo d'aiutar il cavallo di voce.


Non m’è parso dirvi fin qua in quanti modi si possi aiutare il cavallo à che facilmente venghi à corrispondere à quanto il cavalliere desidera da lui: per non confondere l’ordine, che ci parse di seguitare; & per aventura anche voi. Hora vi dico che il cavallo si può aiutare in molti modi; li quali noi riduremo in nove. Di voce, di bachetta, di briglia, di polpe di gambe, di staffa, di speroni, di persona, di terreni, e d’acque. Ne credo che fuori di questi ce ne siano altri. Quanto all’aiuto di voce prima devete sapere che così ha à variare, inalzare, & abbassare, come si variano, inalzano, & abbassano i maneggi; & come varia di fantasia il cavallo. Imperoche à farvi intendere bene dal cavallo se sempre usaste una voce medesima, non verreste all’intento vostro; & il cavallo per questo si confonderebbe, così come ancora sarebbe de gl’altri aiuti. È necessario dunque, che altra voce usate al poledro nel principio quando si doma, altra quando comincia ad andar bene, altra nel parare, altra nel galoppo ordinario, altra nel gagliardo, altra nelle volte & raddoppiate terra terra, & altra in quelle alte con calci, & senza; altra ancora nella carriera & ne’ salti; & finalmente nell’insegnarli l’andar di passo, e di trotto come si deve, fa di mestieri della sua voce particolare. Come ancora si richiede quando v’è calcitroso, infingardo, e disobediente. Et all’incontro quando vi viene obediente, destro, & animoso. La voce dunque che devete usare nel principio al poledro generalmente si è quel truscio di labra stretti, che communemente si suol fare in quei principij: la quale devete inasprire, & inalzare più, o meno, & far più spesso secondo, che più & manco vedete che il poledro n’ha di bisogno. E questa devete accompagnare con gl’altri aiuti per più volte su quel principio, accioche impari di connoscerla poi da perse sola, nel parare à cavallo, che intenda le posate, & gl’altri ordini devete usare una voce rimessa, & piacevole; la qual però venghi à sulevarlo, & sarà questa ap ap; la qual voce medesimamente vi servirà nel galoppo ordinario insieme con l’andarli parlando sotto voce alcuna volta. Perche con questo gli darete non sol animo, ma piacere; levandolo forse anco da alcuna mala fantasia; & farete che il galoppo sarà più raccolto, volenteroso, & gratiato. L’istessa voce potrete anco accomodare nel trotto minuto & curto; perche farà che il cavallo tanto più verrà à farlo rilevato, sciolto, & leggiero. Nelle volte scempie, e di passo, over di trotto, così anco nelle raddoppiate di trotto, e di galoppo presto, e di furia, devete usare quella voce che fanno le donne quando chiamano i lor polli, la quale non si pò scrivere, ma si fa attaccando la lingua al palato, e tenendo i labri aperti, si distacca poi in un subito con darli fiato & suono, la quale così devete ingagliardire, acuire, & impressare,