prima nella mostra che d’essi li fece, & nel torneare con esso Re fu fatto cavalliero di speron d’oro. Del Nigno ginetto pur di detta signora e della sua razza non ne parlo, ne meno della Baioulina, ne del Nobile, e d’infiniti altri l’eccellentia dei quali era meravigliosa, si come ne possono rendere buona testimonianza tre eccellentissimi cavallieri che in corte di suddetta signora si allevorno, & imparorno a cavalcare: & questi sono il Commendator fra Prospero ricco da Milano, il signor Giovanantonio Catamusto, & il signor Giovanluigi di Ruggiero. Ma che diremo del Orsotto della razza di Mantoa? donato da Federico Marchese allhora di Mantoa à Carlo Quinto Imperatore dell’eccellentia del quale in ogni maneggio stupendo Carlo disse che mai più era per cavalcare cavallo migliore di questo. Lascio di dire d’altri infiniti cavalli eccellentissimo fatti da venti anni in qua, e da vint’altri in la per non volermi diffonder tanto l’eccellentia de’ quali vorrei sapere di donde procedeva. Non erano già ancora fuori gl’ordini del cavalcare? Et à che guisa, & modo (ditemi di gratia) questi tai cavalli sariano stati così ben creati, & così buoni, se non havessero havuto maestri eccellentissimi, & che non havesseno tenuto gli ordini debiti dell’aiuti in ammaestrarli. Ma mi si potrebbe dire, che i cavallo allhora erano di più forze, e più spiritosi, & però à questo venivano più facilmente. A che rispondo, che non si poteano però aggiustare, se ben haveano più forze, e spirito, à quel, che havemo detto, senza misura, aiuto, & ordine grande: Il che havemo quelli antichi maestri in somma eccellenza. Et anco che non accaschi in provarlo altro argomento, che la cosa da se è chiara. Sapendosi pur troppo bene chi fu messer Evangelista Corte, Giovanangelo da Carcano, Giovanmaria della Girola, Giovanbattista da Verona, Giovan Ratti da Mantoa, Schips pur Mantuano, Giachetto Milanese creato del detto Giovanmaria, Camillo della Mandolara pur creato da mio padre, & altri infiniti che troppo sarebbe lingo il raccontare, non restarò per quello di dire, che essend’io paggio della suddetta Eccellentissima Signora Duchessa di Milano, & imparando di cavalcare, i miei maestri mi facevano alle volte cavalcare con un sol sprone, & alle volte con un’altro, & non solo à me, ma à molt’altri gentilhuomini giovani & paggi, non volendo, che noi aiutassimo il cavallo se non con quello. E di questo ne possono far fede li suddetti tre eccellentissimi cavallarizzi, messer Giovanantonio Catamusto, messer Giovanluigi di Ruggiero, & il Commendator fra Prospero, che furono creati in quella scuola. Et perche questa varietà d’aiuto di sproni? Se non perche quei ottimi maestri conoscendo, che in noi troppo giovinetti non era fermezza nel cavalcare, & conoscendo i veri aiuti che al cavallo si possono dare facevano questo. Il che basti sol per cenno. Passiamo al resto.