go suo solito, & fatte le solite carezze, & vi aviarete à i vostr’ordini, & lettioni, le quali continuarete tutte per quindici dì ancora, lasciando però solamente il correre da parte. Ma perche il cavalcar in sella è molto più degno, & bello, che non è il cavalcar in bardella, & è di molto più ingegno, & artificio, vi ricordo, che’n sella debbiate stare con più gratia assai & con maggior avertenza, & con più scioltezza di tutto il corpo, che in bardella non havete fatto; guardandovi da ogni affetatione per minima che sia. Il che farete se prima, che partiate dal luogo dove sete montato à cavallo vi accomoderete giusto nel mezzo della sella; & lasciando calare le gambe al suo devere, che non vadino troppo innanzi ne troppo indietro, ne che siano troppo discoste dal ventre del cavallo ne meno accostate à quello, con i piedi nelle staffe al suo devere; voltate le punte di quelli alquanto verso le spalle del cavallo fermandovi in tal modo di più sulle staffe, che non paia però, che ci abbiate fatto le radici. Et non devete cavalcar lungo ne corto, ma con le staffe ad honesta misura, & uguali, ma di questo ne ragionaremo più à lungo un’altra volta. Devete ben far le radici, per così dire, non ne le staffe, ma ne ginocchi, e nelle coscie, li quali deveno sempre essere inchiodati non che ferrati in sella; dal ginocchio in giù la vostra gamba sia scioltissima & lavori come si deve, al bisogno; ritornando però sempre al portamento di prima cioè che stia distesa, non ritirata indietro, ne meno troppo cacciata innanzi, ne troppo discosta ne troppo accostata al ventre del cavallo col piede in staffa non fin’al collo, ne meno con le punte de’ diti, sopr’esse; perche nell’un havrete troppo del sciocco, & trascorato, & nell’altro troppo del giorgio pulito, & affettatissimo. Nel resto della persona dovete essere dritto, libero & sciolto, col collo che mai penda più innanzi che indietro; ne più da una banda, che dall’altra. Vero è, che questo vi si concede vi piegate per vedere come stia giusto il vostro cavallo se sà incavallar le gambe, & anco per alcuni aiuti necessarij, che al suo luoco se diranno; li quali manco mi piace, che si facino in presentia di moltitudine di cavallieri, che non vi siano familiari. Perche potete ben parare, & aggiustare il vostro cavallo in ogni altra guisa, senz’abbassarvi, senza storcervi sopr’esso, e senza far tanti atti di scrima; havendo la misura, & fermezza della mano, e del calcagno. Vi devete servir anco delle mani, e delle braccia con portatura & misura honesta, & bella; tenendo le redine, & il capezzone al suo devere tirate sempre; & massime il braccio destro deve stare un pochetto inarcato, col quale alcuni fanno tanti gesti & segni, che i negromanti ne farebbeno assai meno ne i lor circoli, & lo portano molte volte si soggetto & si affettato, con il resto del corpo, che veramente paion’huomini piu presto di stucco, che assidrati. Voi non siate di quelli, ma in tutte le vostre attioni, & maniere dimostrate scioltezza senza affetatione, misura, & modo con ardire honesto.