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DEL CAVALLARIZZO |
tovi alquanto in quella rota piccola, lo girarete due ò tre volte per mano; finendo in quella mano, che più vi pare, che habbi bisogno il cavallo. Et di poi vi aviarete di passo pure nel principio, per lo repelone, che voi vedrete in disegno, fin all’altra rota piccola; & accennando di volerlo parare, lo caccerete innanzi due passi, à pigliar pur di passo la mezza volta; & in questo lo trattenerete un pezzo da una rota all’altra; & da una ad un’altra mano girandolo nè capi del repelone; nel quale anco lo potrete trottare da otto, à dieci volte con l’ordine medesimo, che havete fatto di passo. Ma nel trotto vorrei che sempre, come sete giunto alle rote, lo finiste di parare; & subito rimettendolo innanzi pur di trotto li pigliaste la mezza volta, et finendo su quella mano, che più vi pare; ve n’andaste à pararlo del tutto, & di poi à dismontare. Questo modo di ammaestrar ogni cavallo io dimando il caragolo, over lumaca, perche tiene il modo dell’uno, e dell’altra, lasciando però di fuori le uscite del parare; e i repeloni. Et che sia vero, & acciò che meglio intendiate ogni cosa ve ne dò l’essempio in disegno, & è questo.
L'utile che da sì fatto maneggio deriva, è grandissimo, nel vero, & è molto maggiore di quello, che delle rote havemo detto di sopra. Perche fa tutto quello, che fanno quelle; e di più riduce il cavallo con più facilità al segno; & in assai manco tempo, & con più gratia nel raddoppiare, & al maneggio