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DEL CAVALLARIZZO

to se non, che il Signor, & cavalliero, il cui honoratissimo nome dal cavallo gli aviene, se ne deve inamorare? & farne quella gran stima, che meritamente così degno, & eccellente animale merita? Et che per ciò il cavallarizzo versa non com’altri pensa circa soggetto ignobile, ma nobilissimo? Il fin del qual ne anco qui si ferma, ma più oltra passando, va fin dove intenderete poi copiosamente nel terzo libro. Ma accioche il maggior credito fosse ancora havuto, & che à ciascuno fosse più grato il cavallo, & il trattato insieme, ho dipoi ragionato più particolarmente della cognitione sua per i paesi per i peli & colori, e dove & come si generano, & escino fuori, delle balzane & segni loro; de gl’occhi del cervello, e della bellezza loro. Et perche da quei cavallieri che tengano razza si sapesse ancora meglio come habbino ad essere i stalloni, & le cavalle, che hanno à fare heredi generosi & belli & che nessuno in questo si potesse ingannare, ho descritto le forme loro; & molt’altre cose alle razze pertinenti; & ancora di molte curiosità utili però à sapersi, & dilettevoli. Ho scritto del governo, de’ pascoli, delle stalle, e di quelle cose che convengano à poledri alla campagna, & nella stalla; così anco quelle che à gl’altri cavalli s’apartengano; & come s’habbino à conoscere i poledri buoni da i rei, & come habbino ad essere scapezzati prima che vadino alla farraina; & della farraina ancora. Della sanguigna, del numero delle vene, & ossa, & del ferrar ogni cavallo,del scaglionare, e del metterlo in ordine per cavalcare. Et finalmente dissi alcune cose, che all’officio del mastro di stalla, de’ cavalcatori, & garzoni s’appartengano. Et anco che paia forse ch’io mi sia in molte cose abbassato assai più di quello che per aventura si richiedeva tutta via non me s’è disdetto; da che la speranza mia è che se non in questa vita frale, nell’altra piena di gioia e d’immortalità sarò inalzato; s’egli è vero, com’è verissimo, che chi si humilia sarà essaltato. Rendo adunque gratie immortali, & infinite à Dio facitor del tutto; dal dono & favore del quale è venuto ciò che di buono ho scritto. Ad egli ancora sia sol l’honore & la gloria.

IL FINE DEL PRIMO LIBRO.