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LIBRO PRIMO 57

e delle loro conditioni; havendovene io promesso, seguitando l’ordine che fin qui ho tenuto, & che nelli dui altri teneremo, il qual ordine parmi che voglia, che dipoi che la stalla è ben finita, & piena di buoni cavalli, & che ha i garzoni che li governino, ci sia ancora un capo che li sappia far governare come si deve. Il qual governo è importantissimo; & forse il maggiore, che nella corte di qual si voglia principe, & cavalliero si ritrovi: essendo la stalla più che altra cosa atta à far conoscere il valore, & la nobiltà di qual si vogli Signore. Alla quale si ha da provedere diligentemente di un buon maestro di stalla, de’ cavalcatori & cavallarizzo molto eccellente. Ma del cavallarizzo gia vi ho promesso di trattarne a lungo per tutto il terzo libro; & però questo non sarà il suo luogo. Il maestro di stalla adunque deve essere il principale della stalla circa il governo de’ cavalli. Il nome del quale facilmente lo dimostra. Et à questo i garzoni, & anco i cavalcatori deveno prestare obedientia, & quella fede, che i scolari, e discepoli nelle scuole prestano al lor maestro, & precettore. Le sue conditioni deveno essere prima buone nell’anima, sane nel corpo, & accorte pronte & fedeli nel governo. Dev’essere innamorato della stalla in modo tale, che sia nemico, per così dire, d’ogni altro piacere fuor d’essa. Deve essere discreto, & sappia farsi temere insieme & amare da’ garzoni; perche se di queste qualità che brevemente havemo detto, sarà dotato, non è dubbio alcuno, ch’egli compitamente farà l’officio suo. Che sapend’egli quel che al governo di stalla s’appartiene, ben lo saprà come si deve comandare à gl’altri. Egli non deveria haver à perder tempo in dimandar alli officiali di corte tutto quello, che è necessario in una stalla. Et così deveno, e li officiali, & il maestro di casa ancora, haverne ordine dal suo Signore. Deve il maestro di stalla essere sollecito, & diligente la mattina a bonissim’hora secondo le stagioni, in far governar i cavalli per ordine, & tutti à un tempo; con quel modo che s’è detto; così anco la sera. Et non deve andare à dormire mai che non riveggia i cavalli se son ben legati, come stanno, se le lor lettiere sono buone, se la stalla è fuor di pericolo di fuoco, se i cavalli hanno le fiammate, se sono unte le unghie, & se sono ben ferrati; accioche cosa nessuna gli possa occorrere che non sia stata prevista, pensata, et proveduta. Per cosa alcuna non comporti che i garzoni da simili hore giuochino, ciarlino, & cantino per la stalla, ma che vadino à riposare ancor essi quietamente. Sarebbe cosa molt’utile che di due hore in due hore facesse far la guardia di notte à dui garzoni per volta: & dui la facessino tutto un giorno. Deve ogni dì mirare minutamente le selle, i finimenti, e morsi, & le coperte de’ cavalli, acciò bisognandogli possi far nettar subito, & acconciare. Et in somma dev’esser Argo in ogni cosa; & massime nel far mettere in ordine i cavalli, per la persona del suo Signore. Si deve intendere anco di molti rimedij per infermità de’ cavalli,