do sete à tal termine, devete dargli la farraina per altri dieci dì continui col medesim’ordine dell’orzo suo ordinario; et in tutto questo tempo si deve essercitar il cavallo ma non affaticarlo, & sudando dev’esser unto d’oglio tepido per tutto il corpo. Se sarà tempo freddo di deve far del fuoco nella stalla; questo è quanto ne vuol Varone. Ma Absirto & alcuni altri Greci vogliono, che la farraina sia di fermento, ò d’orzo schietto, la quale sarà migliore seminata & nata appresso il mare. Perche più facilmente purga il ventre, & manda fuori gl’humori tristi. Non potendosi haver questa, si deve usar quella, che si ha. Vogliono anco, che se li dia l’orzo à modo di sopra, & dipoi darli l’herba senza intermissione alcuna; fin tanto che se n’havrà copia. Et che poi di cinque dì, che ha cominciato à mangiar la farraina il cavallo si meni all’acqua, dove si lavi tutto, & si facci nuotare, asciugato bene con panni & altro, sia palmeggiato al contrario del pelo, & ben unto con olio rosato & vino, che siano tiepidi per tutto il corpo dalla testa in fuori. Et dipoi si deveno palmeggiare ancora per il dritto del pelo. Ma è necessario dicono costoro che mentre noi diamo la farraina al cavallo, che li caviamo sangue, tagliamo le vene del petto, & ferriamo il palato. Vogliano di più che se gli dia del sale sopra una tavola, appresso dove mangia l’herba, acciò ne possi pigliar à sua commodità quando, & quanto ne vuole. Et questo affine, che nella bocca non si generi putrefattione per l’humidità dell’herbe. Et dicono che bisogna tenerlo chiuso sotto al coperto; & che meglio sarebbe purgarlo prima, che si metta all’herba. Questo è quanto ne dicano i Greci, Absirto, Hierocle, & Teomnesto, li quali à me pare che ne parlino molto confusamente, se ben le cose in se siano buone. Però io vorrei venendo à un ordine distinto, e chiaro, che quando volete mettere il vostro cavallo alla farraina, prima per un dì & una notte lo faceste pascere in terra: & avertite, che questo dico in particolar de’ cavalli si gran stima, & di poi soffiarli con un cannello queste suscritte cose ben polverizzate insieme nelle narici; & dipoi subito farlo stare col capo legato in alto per mezz’hora. Le cose sono queste.
Radiche di zafrano mezz’onza.
|
Pepe quanto starebbe su un carlino
|
Pulegio
|
|
Mez’onza fra tutti due.
|
Et origano
|
Di folio
|
|
Di ciascuna quanto starebbe sopra un giulio
|
Di costo
|
Radice di cocomero selvatico
|
Et tutte le suddette cose deveno esser ben peste, & passate per staccio; & mescolate insieme le sbfuffarete come s’è detto nelle narici del cavallo. Dipoi disciolto il capo dalla postura alta che stava, lo rimetterete à pascere in