Pagina:Il castello di Malpaga.djvu/8


— 7 —

“Malpaga, castello habitato olim dal Capitaneo generalle bergamasco, nunc di Alessandro de Martinengo, conductor de 100 cavalli ne l’esercito, he quadro, a do man di fosse: la prima con mure di la et di qua, et dentro atorno he tuto stale; poi per un altro ponte levador, con fosse di aqua, he il castello, bello palazo con camere et salle adornato; ivi e il Capitaneo retracto: a una torre dove si fa la guarda: a zardin magnifico. He afitado ducati mille et cinquecento ad alcuni, et a do revellini qual di sopra he pento (dipinto). E mia (miglia) uno lontan de Cavernigo dove he palazo bellissimo: li son retrati tuti li homeni et Capitanei illustri nostris temporibus fue. E de qui a Martinengo he mia tre, et mia do he la villa de Guidalba dove e castelo de muro: he luntan de Bergamo mia 13; se usse per la porta di S. Antonio et intrasse per la porta del Tombin.”


*


Il Castello, recinto ancora del suo fossato interno, conserva i suoi merli e la torre castellana, dalla quale l’occhio spazia, da un lato fino a Bergamo e alla catena Orobia, e dall’altro alla distesa del piano lombardo solcato dal Serio. Chi osserva la massa del fabbricato, può facilmente rilevare come il quadrato originario del Castello sia stato completato dal gran Capitano, innalzando fra lo spalto e la merlatura di circuito, delle grandi camere a terreno, e delle bellissime loggie al piano superiore, per ridurlo a residenza di campagna. Questa disposizione prova ancora oggidì come il Colleoni, volendo procurarsi una comoda dimora, non abbia esitato a sagrificare il carattere militare dell’originaria costruzione; così pure all’ingiro, al di là del