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falcone (Tav. XVII), poi la premiazione del bergamasco lottatore col gigante Candia, al seguito del re di Danimarca (Tav. XX). La serie delle scene si chiude colla partenza del re dal Castello, dipinta di contro all’entrata (Tav. XXI).

Quest’opera importante del Romanino, eseguita nella prima metà del cinquecento, si distingue per una fattura larga, e pei caratteri della scuola veneta.

È noto come questo artista, contemporaneo al Moretto, allorquando questi, per imitare Raffaello, abbandonava la scuola veneta, abbia voluto invece attenersi fedelmente a questa, sostenendo così col Moretto una gloriosa gara che tornò utile ad entrambi, portandoli all’eccellenza nell’arte.

La descrizione storica, non solo del ricevimento a Malpaga, ma di tutto il viaggio del re Cristiano di Danimarca, venne pubblicata a Copenaghen nel 1599, da Hvitfeld d’Holstein, e ristampata recentemente dal signor Oscar Browning nella sua “Vita del Colleoni,” edita a cura dell’Arundel Society.

Lo Spino però, nella “Vita e fatti dell’Eccellentissimo Capitano di guerra Bartolomeo Coleone” (Venezia, 1569), così diffusamente racconta il ricevimento di Cristiano I di Danimarca:

“Cristierno, rè della Dacia, tornandosene dal peregrinaggio di Roma, prima ch’egli uscisse d’Italia volle vedere il Coglione e visitarlo in Malpaga. Ove con grandi e sontuosi apparecchi Bartolomeo il raccolse e trattenne in conviti e torneamenti, in caccie et altri deporti Reali: con meraviglia di quel Re grandissima che in una quasi solitaria Terretta avesse tanto di magnificenza et splendore et copia di tutte le cose elettissime. Ma sopra tutto