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(Tavola XIII), che trovai interessante per le buone proporzioni e l’elegante sobrietà.

Importanti, sia per l’epoca che per l’interesse storico, sono invece le pitture che mi propongo di rammentare colle tavole in eliotipia, cominciando da quelle della sala principale, o dei banchetti, la quale è la più spaziosa. — Pare che fosse un Martinengo quegli che, cancellando i dipinti contemporanei all’avo Colleoni, forse già deperiti, commettesse al pennello del Romanino di illustrare uno dei principali ricevimenti dati dal Colleoni nel suo castello, in occasione della venuta a Malpaga di Cristiano I re di Danimarca.

Questi, ritornando in patria, dopo aver fatto il pellegrinaggio a Roma, volle sostare alcuni giorni al Castello di Malpaga, attrattovi dalle descrizioni della sontuosa vita che il Colleoni vi conduceva. Il gran Condottiero in quella circostanza volle sfoggiare una varietà di divertimenti, compiacendosi nel dar spettacolo delle sontuose abitudini guerresche, quali ancora si avevano in Italia. La visita fu resa ancora più interessante con saggi di lotte e giostre; e quando queste furono finite, il Colleoni donò al Re una delle sue armature, e donò a ciascun scudiero del seguito una completa assisa dai suoi colori rosso e bianco.

Il Romanino trasse da queste feste gli argomenti per le composizioni che si distendono su tutte le pareti della sala principale.

A destra, entrando dal cortile, vedesi l’arrivo del re Cristiano al Castello (Tav. XVI): nella parete di fronte alle due finestre il torneo, interessantissimo pei costumi, le armi e le bardature dei cavalli (Tav. XIX): quindi il banchetto, nel quale figura anche Madonna Tisbe, moglie diletta e fedele del condottiero (Tav. XVIII). Segue la caccia al