prescinda. Quale fosse la mia confusione, continuava Rampoldo, quale il pentimento e la rabbia non io potrei spiegartelo con parole. Mentr’io stava languente e semivivo in un letto, seppi che per vendetta la regina Giovanna aveva fatto spenzolar giù dal balcone Andreasso ed uccisolo. Ma che monta? La morte di quel principe troppo geloso, e la nascita d’un fanciullo, a cui gli oracoli predicono cento liete venture, ma di cui non voglio che la memoria d’Andreasso rimanga onorata, non mi restituivano lo spento vigore. A che mi giova l’esserti tanto affezionato? A che mi giova trovarti sempre accesa nell’amor mio? Qui singhiozzava assai, indi proseguiva: sebbene io ti sia stato