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morate. Perocchè ciascuno di noi s’era preso una donna a vagheggiare, e ciascuno avea dato alla sua il nome di un fiore, L’una la rosa, l’altra l’anemona, l’altra la margaritina o la tulipa chiamavasi.

Alla mia posi il nome di Mammoletta, perchè la era morbida e soave quant’altra cosa sia nata mai, lieta e turlupinante sovente, e talvolta con una nubecola della più cara melanconia sul viso. Quanto l’amai! e quanto io l’amo ancora! sebbene essa abbia sempre fatto le viste di non accorgersi dell’acceso mio desio, nè io abbia osato mai di svelarglielo apertamente; e ad onta di ciò la memoria di quel virtuoso affetto m’è sì gradita, che se mi dicessero di bere un bicchie-