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Forse le pioggie allor, non così rare,
Turberanno l’impresa: allor tu puoi
Far, che sia pronto il portical, che suole
Esser atrio a le stalle, e teza è detto,
Ma che di carro, e di qualunque arnese
Libero sia, pel già vicin lavoro,
E la canape insieme, e gli operaj
Tutti là trasportar sotto al coperto.
L’opra è però spedita più allor quando
Stiasi in aperto, e senz’angustia alcuna.
Tu reggitor, fa che sia pronto in mezzo
Un panconcello dai tre piè, ma largo
Da un lato, e lungo sia fino a l’estremo
Sempre più angusto, e ad un sol piè ridotto.
Al lato largo chiama una gagliarda,
E allegra insiem donna, o fanciulla, e questa
Sieda a schimbescio su la sponda, e faccia
Che in modo stia d’aver tutto ’l prospetto,
Dal mezzo busto in su, posto al diritto
De la panca, su cui l’opra comincia.
Allor vedrai far i garzoni a gara
D’esser gli eletti, e gongolar per giubilo,
Per cagion di colei, per cui fors’anno
Qualche d’amor viva scintilla in petto.
O’ sì che l’opra avvalorata allora
N’andrà volando al desiato fine.
Come là dove la fucina Etnea
Bolle di foco, e su la dura incude
Nudi le braccia, ed in cojetto solo,
Sterope e Bronte i colpi risonanti
In bella gara ripetendo vanno;
Così i due prodi garzoncelli alzando
O la mazzuola, o ’l mattarel che sia,