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Maturossi l’ingegno, e al fin cedette
Al lungo martellar di sapienza,
Siccome il tiglio non maturo ancora,
A le frequenti, ed incessanti scosse,
Ne l’acqua pregna di sì acuti sali,
E di zolfi sì blandi, e sì oleosi,
Lascia le canne, e si converte in filo.