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260 IL BUON CUORE


Ma come Gesù sentì il bisogno di istituire dei Maestri che si spargessero in mezzo alle turbe per evangelizzarle, così anche oggi, l’uomo, per raggiungere cotesta verità che è vita, ha bisogno di qualcuno che lo guidi. Non si arriva al possesso della verità senza uno sforzo, senza un lavorio assiduo: sforzo o lavorio che l’uomo da solo non può compire: ha bisogno di sentirsi altri al fianco, compagno e a volti guida nella faticosa ascensione. Ecco infatti una scena che si ripete costantemente attraverso la storia d&l’umantià: le anime volonterose, le coscienze che vogliono elevarsi al sapere e al bene si stringono sempre attorno a qualche personaggio che,in sapere e bontà mostri qualche esperienza. Forse è un po’ la nostra natura inferma che si spaventa a compiere da sola il faticoso cammino, forse è una non ingiustificata sfiducia nella resistenza della nostra volontà e insieme una fiduciosa dedizione a chi abbiamo sperimentato migliore di noi: c’entra di certo anche l’ammirazione per la virtù che abbiamo sentito in altri: fatto sta che tutti, quando vogliamo progredire, volgiamo attorno lo sguardo, avidamente cercando una guida, un maestro, un Profeta, secondo la parola del Vangelo. E la parola Maestro ha in sè un altissimo significato: la si pronunzia con un misto di venerazione e di gioia. è diventata equivalente ad un altro dei grandi vocaboli umani: Padre. L’uno è il principio d’ella vita fisica, l’altro della vita intellettuale e morale: ambedue, con azione simultanea, tendono alla formazione, armonica e compiuta, di quella meraviglia che è l’uomo sano e virtuoso.

Queste tendenze ad affidare ad altri la direzione della nostra coscienza costituisce senza dubbio un pericolo: Gesù è sollecito della nostra salute e quindi non ci risparmia l’avvertiMento: Guardatevi dai falsi Profeti! E perchè l’ammonimento sia efficace aggiunge qualcuno dei caratteri che, contraddistinguono il vero Maestro, il Maestro che illumina e santifica, da colui che di maestro ha solainente l’esteriore, ma non il cuore e l’azione. E’ certo che a costituire la personalità del Maestro entra, come elemento essenziale, il sistema che esso segue, la scuola cui appartiene: dimodochè per stabilire il valore morale di un Maestro non basta mettere in bilancia le sue virtù naturali o morali, ma bisogna naturalmente aggiungere. quanto di logico, di dimostrato o di vero si trova nella sua dottrina. Così Maestro e dottrina formano,un insieme che, secondo il Vangelo, per riuscire efficace, è necessario in qualche modo assomigli all’agnellino. In che cosa?

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L’agnellino, così candido, così timido, è il’simbolo della delicatezza, della purità, d’ogni sentimento tenero e squisito. La virtù, il ricordo del mite animale

inclina a pensieri di pace, di perdono, a visioni serene. E non è analogo il sentimento ’che si desta in noi al ricordo dei nostri buoni maestri, che colle prime nozioni del sapere, ci hanno istillato l’amore, le venerazioni alle cose belle e ci hanno messo nell’animo istinti:di virtù? E non è un senso di pace, una larga onda di amore dei fratelli, una voluttà santa di bene che ci siamo sentiti trascorrere nelle vene, quando abbiamo potuto apprezzare e tradurre in pratica dottrina di coloro che gli insegnamenti attingevano all’insegnamento e al labbro di Colui che tutte. le generazioni chiameranno il Maestro Divinof Come osano chiamarsi Maestri. dei ttibuni improvvisati, che pur ripetendo a sazietà la parola fratellanza, non sanno insegnare ai loro adepti che l’odio contro il vicino e l’infausta lotta di classe contro classe? L’agnellino ci richiama ancora idee di docilità, di rispetto ai diritti altrui e all’autorità. E abbiamo qui un altro dei caratteri di una buona scuola. Se una dottrina, un sistema sociale o religioso mi insinua la soprafazione e non sa conciliare i diritti coi doveri, se non sa contenere le violenze della passione di fronte alla ragione, di fronte alle intuizioni del sentimento: un sistema che non sa imporre il rispetto alla proprietà, alla coscienza e magari anche alle deficienze degli altri e fomenti invece il gelide egoismo, un sistema sifatto, io lo rigetto, abbia pure le apparenze più suggestive; è un sistema erronee, è un falso maestro. E in ultimo, per un insieme di circostanze storiche, l’agnellino richiama l’idea del sagrificio. E nel maestro vero la troverai sempre questa nota dell’uomo spassionato che per la sua scienza e per le coscienze a Lui affidate sa agonizzare, sa sacrificare la vita. E come è superbamente bella la visione dell’uomo che nell’investigare la verità non si lascia fuorviare non da debolezze di natura, non da difficoltà da sormontare, non (la rinuncie che fanno sanguinare, ma che non sente che la voce della ragione e della coscienza. Magnifico il gesto di quest’uomo che ciò che ha raccolto faticosamente nel silenzio. lo predica agli altri e tutt’attorno a sè desta una meravigliosa fioritura di idee nobili, di fieri proposit. d’atti generosi! O voi che nella scuola, o nel tempio, o nella famiglia, coll’esempio, colla parola, cogli scritti, lavorate ad istruire, ad educare, ad elevare le intelligenze, le coscienze, voi, primi e più nobili lavoratori. della famiglia umana, siate benedetti!

Un tremendo, un brutale grido di ira selvaggia, quasi fischio di colossale bufera, è scoppiato, or sono alcuni anni’, sul nostro paese. La indignazione d’allora era giustificata? Se i fatti denunciati fossero stati veri, nulla di più giusto, e quel tremendo scoppio d’ira veniva a rinsaldare una verità contenuta nell’odierno Vangelo: nulla di più iniquo di un cattivo maestro. Guardatevi dai falsi profeti: essi vengono a voi con le apparenze di agnelli, ma entro sono lupi rapaci.