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IL BUON CUORE 315


timento, alla virtù, ora collo spavento del castigo, ora colla promessa del premio, è l’opera di Dio. Oggi è lo spavento del castigo pei cattivi; non senza in fondo una striscia luminosa, che schiude e fa vedere il cielo: la bontà appare.

Sono due rovine immagine l’una e preparamento dell’altra. Gli Apostoli, avvicinandosi con Cristo a Gerusalemme, mostrano al Maestro, e lo invitano ad ammirare la gran mole del Tempio. Cristo sosta: guarda; si fa pensoso: china la fronte; una lagrima gli cade dagli occhi.... Ah, Gerusalemme, GerusaVedete questo lemme quante volte ho cercato Tempio? Sarà distrutto, e di esso non resterà che pietra sopra pietra: non passerà questa generazione, e quanto io dico sarà compiuto. Ma poi, trasvolando col pensiero i secoli, nella distaizione del Tempio, vede un’altra distruzione, la distruzione del mondo, -col conseguente giudizio universale: la rovina del Tempio è il castigo degli Ebrei, la rovina del mondo col giudizio universale, è il castigo degli uomini cattivi, castigo temperato, completato col premio dei buoni. E’ stabilito un giorno nel quale tutti gli uomini devono essere giudicati, cattivi e buoni, gli uni di fronte agli altri, tutti al cospetto di Cristo: San Paolo, dinrmnzi all’Areopago di Atene, esponendo i principi fondamentali della dottrina di Cristo, ricorda come uno d»i più importanti il giudizio universale. La parola dell’apostolo era l’eco della parola di Cristo. Perchè il giudizio universale? Gli uomini, ad uno;:d uno abbandonando la terra, varcando la soglia dell’eternità, non subiscono già il giudizio particolare dinanzi a Cristo, e non è già da quel punto stabilita la loro sorte immutabile, definitiva, Paradiso, preceduto talvolta temporaneamente dal Purgatorio pei buoni, e Inferno pei cattivi? Perchè questa ripresa di giudizio universale? Il giudizio universale è voluto, per l’affermazione di due attributi della divinità, la potenza, la giustzia.

La potenza. La vita presente, il mondo, è il trionfo dell’uomo; molte volte peggio, il trionfo del demonio. Oggi, ha detto una volta Cristo, oggi è il trionfo dell’iniquità: potestas tenebrarum. La legge di Dio domina il mondo, ma il suo adempimento è lasciato dla libera volontà degli uomini. L’uomo può, l’uomo deve adempire la legge di Dio, ma non forzatamente. Come l’adempie l’uomo? Molte volte col non adempirla. L’uomo si sottrae al comando di Dio; l’uomo si ribella a Dio, mette Dio da una parte, come se Dio non esistesse. Non è quello che avviene presso molti di noi? Si vive, ma a Dio non si pensa; si vive carne Dio non avesse • mai parlato, come Dio non;ivesse comandato nulla, non avesse minacciato i suoi castighi; ciascuno vive secondo i suoi capricci; si ride ili Dio E’ spaventoso questo contegno; è la quintessenza

della ingratitudine e della stoltezza. E Dio tace; Dio si lascia come sopprimere dall’uomo... Ah, deve pur venire il momento in cui la potenza offesa e disconosciuta di Dio, è obbligata a mostrarsi, avere il suo scoppio, avere la sua rivincita..51l’si Ift’allonnolenteran17 tanato da Cristo..., e tutt4 111 dovr4Coiriparire dinnanzi a Cristo... b-13— aietemujelgiudiaia-universale.

La giustizia. La giustizia a questo mondo riceve continue umiliazioni, continui schiaffi. I cattivi trionfano, i buoni sono oppressi. Chi spreca nell’agiatezza, chi geme della miseria. Chi opprime colla violenza, chi piange vittima senza poter reagire. Chi ruba e si fa ricco, chi lavora e resta povero. Chi offende sfacciatamente la privato e la pubblica moralità, e riceve omaggio, è corteggiato. Chi deride tutte le verità religiose, e passeggia colla fronte alta, colla nomea di spirito forte, indipendente, mentre chi crede è tacciato di ignorante, di mente corta. di oscurantista.... E questi contrasti non si svolgono in modo indipendente, lontano; si svolgono sulla Medesima scena. I cattivi non si accontentano di essere cattivi, opprimono i buoni; i:superbi non si accontentano di essere depravati; ostentano la loro depravazione, scandalizzano, allargano la loro depravazione; gli increduli non si accontentano di non andare in Chiesa, di non credere; deridono i credenti, impediscono che compiano le loro opere di religione e di pietà; tutta insieme la schiera dei cattivi non si accontenta di procedere orgogliosa, petulante nella sua via; no; questa schiera si contrappone alla schiera dei buoni, e trionfante grida: son io che comando, sem io che ho ragione, son io che ho ben compreso il vivere del mondo; sono io che godo.... E il buono, il credente, è umiliato, è oppresso, è vinto. E’ ciò giusto? No. Deve ben venire, il giorno in cui le parti si dovranno scambiare. Deve pure venire il giorno in cui i superbi siano umiliati, i violenti siano repressi, gli increduli siano confutati, i dissoluti siano svergognati. Deve pure venire il giorno nel quale i deboli siano rispettati e ’,compensati, i credenti siano giustificati, i puri trionfino nella loro virtù.... I cattivi si sono alzati e oppressero i buoni; è giusto che i buoni si alzino, e si vedano gloriosi al di sopra cattivi. Gesù Cristo a questo mondo fu negato, oppresso, deriso, perseguitato, schiacciato; è ben giústo che venga il giorno nel quale si presenti giudice, superiore a tutti, affermi la sua potenza, faccia trionfare la sua giustizia. Due classi di persone devono essere in quel giorno prese particolarmente di mira, i violenti e gli impostori: i violenti che abusando della pazienza di Dio, prendendo occasione da questa pazienza quasi per negarlo, spadroneggiarono quasi essi fossero i padroni del mondo: giù la testa, ora! Gli impostori, quelli che gabbarono il mondo colla finta pietà, colla finta onestà, colla finta amicizia: che andavano in chiesa, solo per ingannare l’occhio dei Superili-.:1 I

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