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IL BUON CUORE 299


sa di quella che era venuto a fondar lui, affermata nella seconda parte del suo aforisma: date a Dio quello che è di Dio. La prima è la società civile, la seconda è la società religiosa. Non è indifferente questa asserzione di Cristo. Egli parla della società civile come di un fatto esistente; non lo discute; lo riconosce; l’accetta; lo rispetta. La società civile è un fatto naturale. Questa asserzione include una quantità enorme di principii e di conseguenze. Se la società civile è un fatto naturale vuol dire che essa è l’opera di Dio. La natura è fatta da Dio. Se la società civile è fatta da Dio, vuol dire che la società civile ha un’origine buona, che buona è la sua natura, buoni gli elementi che la costituiscono; che deve avere un fine, che deve avere dei mezzi corrispondenti; che questo fine non deve essere intralciato, impedito; che questi mezzi devono essere forniti e devono. potersi esercitare liberamente e col rispetto di tutti. E’ grande questo concetto della società civile. E’ il concetto che della società civile dà la dottrina cattolica. La società civile è fondata da Dio. egli l’ha fondata col creare l’uomo. L’uomo ha due fini; un fine immediato, un fine ultimo; il fine immediato è il fine dei beni transitori da raggiungersi su questa terra; il fine ultimo è quello dei beni spirituali, che conducono e terminano nel cielo. Raggiungere i beni terreni è l’opera della società civile, raggiungere i beni celesti è l’opera della società religiosa: ciascuna società è indipendente nel suo campo. L’una non deve invadere il campo dell’altra; devono rispettarsi a vicenda. La società religiosa non ha nessun diritto di ingerirsi negli affari della società civile. Il diritto dell’ingerenza nascerebbe nel giorno della invasione di una società nell’altra. Quando la società civile invadesse il campo della società religiosa, la società religiosa avrebbe diritto di difendersi, mettendosi.in lotta: quando la società religiosa invadesse il campo della società civile, impedendo il conseguimento de’ suoi fini, la società civile avrebbe ragione di difendersi, e di richiamare la società religiosa a rientrare ne’ suoi confini spirituali. L’uomo partecipa a un tempo stesso a queste due società; l’uomo è cittadino, l’uomo è credente: come cittadino appartiene alla società civile, come credente appartiene alla società religiosa. Questo doppio carattere crea in lui una doppia serie di doveri, i do veri che come cittadino ha verso la società civile, i doveri che come credente ha verso la società religiosa. Questi doveri di natura diversi, sono però egualmente santi, provenienti egualmente da un’origine sola, da Dio; i doveri civili da Dio, come autorè delta natura, i doveri religiosi da Dio, come autore della grazia. Non meravigliamoci quindi di vedere la promulgazione di questi doveri, fatta contemporaneamente da un labbro solo, dal labbro del Figliuol di Dio, dal labbro di Cristo. Cristo, redentore delle anime, restauratore della società religiosa, è particolar

mente in questo campo che eserciterà l’opera sua: ma il fine religioso, il fine che sarà da lui giustamente chiamato il porro unum est necessarium, non impedsce di proclamare i diritti ed i doveri della società civile: è apostolo della prima, è suddito consciente e fedele della seconda: Date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio.

Grande, suprema importanza ha questa proclamazione dei doveri e dei dir;tti civili fetta da Cristo: vuol dire che non si può essere buoni membri della società religiosa, se non si è buoni membri della società civile; non si può essere buoni cristiani se non si è buoni cittadini. Può sembrare ardita la frase, ma non è perciò meno giusta: il senso ’ di sorpresa, che questa frase nella sua assoluta e precisa asserzione può destare in noi, è l’effetto di uno stato d’animo creato da contrasti, il cui eco va facendosi sempre più lontano, ma non è ancora cessato del tutto: la verità vera è che i doveri civili sono doveri ingiunti non solo dalla legge civile, ma anche dalla legge reli giosa, per la semplicissima ed indiscutibile ragione, che l’autorità civile viene da Dio, perchè viene da Dìo la società, in cui bene l’autorità civile viene esercitata. Nell’ordine morale e religioso, quale nobile, qua le dignitosa conseguenza dall’essere i doveri civili ingiunti dalla parola, dalla legge di Dio!. Adempiendo i doveri civili, noi facciamo atto di perfezione religiosa, la quale non sta in altro che nell’adempimento della volontà di Dio: sotto questo rispetto dell’obbligazione, i doveri civili cadono sotto la stessa categoria dei doveri religiosi: imposti da Dio i primi, imposti da Dio i secondi: potrà sorgere questione di priorità e di misura: ma intrinsecamente l’importanza e l’obbligazione dei doveri è la stessa.

Ci sono doveri che sono identici presso tutti membri di una società ’che sia.appena regolarmente costituita; ci sono doveri che nascono dalle condiziorii speciali di una società speciale per la forma di costituzione e di governo che una società può avere in confronto di altre. Altri sono i doveri dei cittadini sotto un governo assoluto, altri quelli dei cittadini sotto un governo costituzionale. Sotto un governo assoluto il dovere de cittadini sarà più negativo che positivo; non fare più che fare; ubbidire più che agire: in un governo costituzionale, o repubblicano, nei quali i cittadini stessi sono chiamati ad una partecipazione nell’esercizio dell’autorità, i doveri cittadini diventano molto più numerosi e più importanti per la qualità e per la responsabilità. Questo secondo caso è il nostro. Quali sono i nostri doveri come cittadini di uno Stato costituzionale? Il primo dovere è quello di rispettare la costituzione, quando consti che la costituzione abbia origi