Ne ricorderemo qui solo tre, i principali: il vialone ampio diritto e piano che unisce la facciata posteriore del Castello coll’Arco della Pace, allo scopo
di dar vita al Parco che è per troppa parte dell’anno
un deserto interrotto da qualche oasi teppistica; la
sistemazione del piazzale davanti quell’Arco colla
collocazione del monumento a Napoleone III, proprio lì dove il grande amico dell’Italia entrò vincitore e trionfatore a fianco del primo Re d’Italia; l’abbassamento del piano della Piazza del Duomo, per
far spiccare maggiormente la maestà di questo.
Non si può dire che i progetti di Don Vitali abbiano avuto fortuna; i suoi voti rimasero insoddisfatti, per ora, ma chi può dire che, in futuro, qua;•
ceno di essi non abbia a trionfare?
Ora il dotto sacerdote lancia un altro progetto.
Guido Baccelli propugnò a Roma la apertura della
grande passeggiata archeologica, per unire sulla
stessa strada i principali monumenti della Roma pagana; e Luigi Vitali propone ora la grande via della’
chiese, per tiriire sulla stessa strada i principali monumenti della Milano cristiana.
In vista degli sventramenti già operati per l’aFertura del Corso Italia, e di quelli in progetto, egli
vorrebbe non già che si aprisse subito la strada da lui
iiaglieggiata (il che nei tempi attuali sarebbe un sogno), ma che si studiasse con qualche amore il progetto stesso, per vedere se esso possa venir conciliato
coi prossimi lavori per l’esecuzione del piano regolatore.
Tale strada dovrebbe cominciare presso Porta
I.odovica, alla Chiesa di Santa Maria presso San
Gelso. Passerebbe poi presso le chiese di San Paolo
e• di Santa Eufemia; lì ove sorge il nuovo palazzo
del Touring piegherebbe a sinistra per la via Amedei
(che dovrà venire di molto allargata) e toccherebbe
San t’Alessandro; coll’allargamento di via Lupetta
giungerebbe alla chiesa di San Sebastiano, che verrebbe isolata; coll’allargamento della via Valpetrosa,
giungerebbe alla chiesa di San Sepolcro; di lì, collo
sventramento di tutte le vecchie stradette che si diramano sulla Piazzetta delle Cinque Vie, raggiungerebbe Santa Maria alla Porta; e di qui sarebbe
breve il passo al Monastero Maggiore ed a Santa
Maria delle Grazie, compiendo così un mezzo arco
di cerchio. Per ora don Vitali, dopo questo bel voli)
sulle ali della fantasia, si ferma qui; ma chi ti impedirebbe di continuare e completare il cerchio, toccando anche San Vittore, Sant’Ambrogio, San Vincenzo in Prato e Sant’Eustorgio?
Egli pensa intanto ai tesori di architettura raccolti nelle facciate di queste chiese, ai tesori di scultura e di pittura dell’esterno e dell’interno, alle memorie storiche civili e religiose che conservano in
quelle chiese una parte notevole della storia cittadina; e vede già cogli occhi della fantasia i genitori, i
maestri, che conducono ad una passeggiata lungo
questa via i figli, gli scolaretti, ai quali potrebbero
impartire una utile lezione di storia cittadina. «Milano — egli nota— parlerebbe ai suoi figli dalle pie
re, dalle linee architettoniche, dalle. tele, dalle statue: i figli, gli scolari, tornati in famiglia, tornati alla
scuola, si sentirebbero ricreati igienicamente nel corpci, moralmente nella mente e nel cuore.»
Il progetto è bello; troppo bello perchè esso sia
attuabile; e ieri sera alla Letteraria esso offrì argomento per una interessante e geniale discussione, alla
quale parteciparono specialmente i soci ingegneri ed
architetti, i.quali si preoccuparono sopra tutto dei
m’ohi edifici che conservano preziosi esempi di architettura, poco noti e che coll’apertura della nuova
via andrebbero distrutti; e ciò anche astraendo dalle
in mense difficoltà che si opporrebbero per ora, e chi
sa per quanto, all’attuazione del progetto.
Questo, in ogni modo, avrà subito, se discusso,
un grande vantaggio: quello di richiamare l’attenzione del «colto ed incolto pubblico ed inclita guarnigione» sui grandi tesori d’arte che anche Milano
r:.t(- chiude, contrariamente alla comune credenza.
Se per ora genitori e maestri, e direttori di società di coltura, non potranno guidare i loro figli ed
alunni sulla via creata da una fervida fantasia, potranno però, girando qualche svolta e percorrendo
quaiche vicolo, condurli ad ammirare qualche volta,
od almeno a conoscere di vista, tanti troppo poco
n, ti monumenti ricchi di memorie e di bellezze.
Un vecchio maestro
La Società stessa letteraria, per mezzo del suo
Presidente prof. Avancino Avancini, invitò poi il
sottoscritto a volere in una delle ordinarie adunanze
della società, esporre e illustrare a viva voce il progetto; ciò che avvenne la sera di venerdi 26 marzo.
Il giornale La Sera del giorno seguente, con un
comunicato ripetuto da tutti gli altri giornali cittadini, così dava conto della discussione avvenuta sul
progetto la via delle Chiese, e in altro argomento relativo al Palazzo di Brera.
La via delle chiese
ed il Palazzo di Brera.
«La riunione dei soci della «Letteraria ed amici dei monumenti», convocatisi ieri sera sotto la
presidenza del prof. Avancino Avancini, vestì una
speciale importanza, per gli argomenti trattativi e
per ii numero e qualità dei convenuti.
Il socio comm. don Luigi Vitali espose i nobili
e geniali intendimenti che lo mossero nel proporre la
cVia delle chiese» nuova arteria (come già abbiamo altra volta scritto che partendo dalle chiese di
Sant’Eufemia e San Paolo, dovrebbe toccare
Sant’Alessandro, San Sebastiano e San Sepolcro, e
finire a Santa Maria delle Grazie.
I convenuti (fra i quali abbiamo notato gli architetti Sommaruga, Arcaini, Campanini, Baroggi,
Manganoni, Caravati, gli ingegneri comm. Ferrini,
Pizzamiglio, Pellegrini, dott. Verga, prof. Venturiai, Antonio Curti, prof. Formaroli, comm. Marietti,
Cleto Pastori, rag. Brivio, dott. Canotti ecc.) espres