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74 IL BUON CUORE


In quella scultura il bue fissa in viso il Bambino Gesti giacente nella mangiatoia, e l’asino, che rassomiglia piuttosto un ippopotamo, guarda ai piedi del Bambino. Al disopra ’ di queste immagini si legge. «Placido et Romulo Co»; ora, questi due consoli furono in carica l’anno 343. E’ incerto se del Natale di Gesù con la presenza del bue e dell’asino possediamo alcun’altra rappresentazione artistica preCedente alla metà del quinto secolo. I primitivi Cristiani per alta reverenza esitavano a raffigurare l’Uomo-Dio fra gli spasimi della sua passione o fra le umiliazioni della sua nascita. San Francesco d’Assisi, al cui cuore l’asino e il bue, come tutte le creature irragionevoli, erano fratelli, rese popolare la leggenda per tutte le età future. Sull’altura di Fonte Colombo presso Rieti, nel 1223, San Francesco persuase il suo amico Giovanni di Greccio a costruire una riproduzione della scena del Natale di nostro Signore. E lassù, la vigilia di Natale a mezzanotte affluivano dai luoghi vicini e tonta, ni, portando in mano una torcia, i contadini deside, rosi di celebrare il Natale del bambino di Betlemme, ch’essi vedevano raffigurato in un’immagine di cera stesa sulla paglia fra un bue e un asino di carne e ossa. E i ’frati francescani diffusero questa usanza in tutti i paesi cristiani. I teologi scolastici e i neoscolastici, non si occuparono molto dei due animali presenti alla nascita di Gesù, ma dedicarono i maggiori sforzi del loro ingegno a sciogliere le questioni relative alla stella che guidò i Re Magi. Secondo la «Leggenda Aurea» di Giacomo di Voragine (1298) Maria andò a Betlemme cavalcando l’asino, e San Giuseppe menò seco il bue per venderlo e sopperire così alle spese necessarie; ecco in qual modo i due animali si trovarono presenti alla nascita del Redentore. Fra i teologi più moderni che sostennero la presenza di quegli animali essere tradizione costante della Chiesa, i più importanti furono forse il gesuita Suarez e il cardinale Lambertini, eletto poi Papa col nome di Benedetto XIV. Ma più che alla forza degli argomenti teologici, la tradizione del bue e dell’asino deve la sua conservazione al fatto ch’essa parla al gusto popolare. Le grandi creazioni dell’arte cristiana l’hanno tramandata di secolo in secolo, e rimarrà sempre bella per la sua atraente semplicità e l’inerente verosimiglianza.


Religione


Vangelo della terza Domenica di Quaresima

Testo del Vangelo.

Diceva il Signore Gesù a’ quei Giudei, che avevano creduto in lui. Sarete veramente miei discepoli, se persevererete’ ne’ miei insegnamenti, e conoscerete

la verità, e la verità vi farà liberi. Gli risposero essi: Siamo discendenti di Abramo, e non siamo mai stati servi di nessuno: come dunque dici tu: Sarete liberi? Rispose loro Gesù: In verità, in verità vi dico, che chiunque fa il peccato, è servo del Peccato. Ora il serz*o non istà per sempre nella casa: il figliuolo sta per sempre nella casa. Per la qual cosa, se il figliuolo vi libererà sarete veramente liberi. So, che siete figliuoli di Abramo: ma cercate di uccidermi, perchè non cdpe in voi la mia parola. Io dico quello che ho veduto appresso al Padre mio; e voi parimenti fate quello, che avete imparato appresso al vostro padre. Gli risposero, e dissero: Il Padre nostro è Abramo. Disse loro Gesù: Se siete figliuoli di Abramo, fate le opere di Abramo. Ma adesso cercate di uccider me, che vi ho detto la verità la quale ho udito da Dio: simil cosa già non fece Abramo. Voi fate quello, che fece il ladre vostro. Gli risposero essi pertanto: Noi non siamo di razza di fornicatori. abbiamo un solo padre, Dio: Ma Gesù disse loro: Se Dio fosse il vostrò padre, certamente amereste me: imperocchè da Dio sono uscito, e sono venuto: dappoichè non sono venuto da me stesso, ma egli mi ha mandato. Per qual cagione non intendete voi il mio linguaggio? Perchè non potete soffrire le mie parole? Voi avete per padre il diavolo, e volete soddisfare ai desideri del padre vostro: quegli fu omicidia fin da principio e non persevérò nella verità: conciosiacchè verità non è in lui: quando parla con bugia, parla da suo pari: perchè egli è bugiardo e padre della bugia. A me poi non credete, perchè vi dico la verità. Chi idi voi mi convincerà di peccato? Se vi dico la verità per qual cagione non mi credete? Chi è da Dio, le parole di Dio ascolta. Voi per questo non le ascoltate, perchè non siete da Dio. Gli risposero però i Giudei e dissero: Non diciamo noi con ragione, che tu sei un Samaritano e un indemoniato? Rispose Gesù: Io non sono indemoniato: ma onoro il Padre mio, e voi mi avete vituperato. Ma io non prendo pensiero della mia gloria: v’ha chi cura ne prende, e faranno vendetta. In verità, in verità vi dico: chi custodirà i miei insegnamenti non vedrà morte in eterno. Gli dissero pertanto i Giudei:Adesso riconosciamo, che tu sei un indemoniato. Abramo morì e i profeti: e tu dici: Chi custodirà i miei insegnamenti, non gusterà morte in eterno. Sei tu forse da più del padre nostro Abramo, ilquale morì? E i prOfeti morirono. Chi pretendi tu di essere? Rispose Gesù: Se io glorifico me stesso la mia gloria è niente:- è il Padre mio quello che mi glorifica, il quale voi dite che è vostro Dio. Ma non l’avete conosciuto: io sì che lo conosco, e se dicessi, che nol conosco, sarei bugiardo come voi: ma lo conosco, e osservo le sue parole. Abramo il padre vostro sospirò di vedere questo mio giorno, lo vide e ne tripudiò. Gli dissero però i Giudei: Tu non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo? Disse loro Gesù: In verità, in verità vi dico r prima che fosse fatto Abramo, io sono. Diedero perciò di piglio a’ de sassi per trarglieli: ma Gesù si nascose, e uscì dal tempio. (S. GIOVANNI Cap. 8).