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44 IL BUON CUORE


se. Ecco un tempio magnifico; una rotonda con due cupAe, una grande, una piccola; ecco un tempio innalzato, per voto cittadino, nel centro della città, all’epoca della peste nel 1577; l’architetto Pellegrini ne fece il disegno, S. Carlo Borromeo, con grande solennità, pose la prima pietra; tutti gli anni, fino al 1862, nel giorno di S. Sebastiano, una rappresentanza del Municipio recavasi a rinnovare il voto, facendo un’offerta; il Capitolo Metropolitano, coll’Arcivescovo, vi si reca ancora per la solenne officiatura, nel giorno del Santo; tutto contribuiva a far di questd tempio un oggetto di particolare interesse e di venerazione, invitando a metterlo in condizioni di speciale decoro, rendendolo innanzi tutto isolato dalle case circostanti. Or bene, questo tempio, degno di tanto riguardo, ricco di tante memorie, abbellito anche internamente, sulla svolta, da magnifici affreschi del Comerio, ed ora in un altare a sinistra, da una devota Pietà in marmo del Cacciatori, prezioso dono dello stesso Municipio, questo Tem-. pio soffre l’umiliante oltraggio di vedersi addossate sui fianchi, sulle spalle, case e frammenti di case, e, piantato proprio dinnanzi alla facciata, un enorme caseggiato che ne toglie la visuale e ostruisce la viabilità.... Colla esecuzione della grande Via delle Chiese, quante belle e utili cose si sarebbero ottenute! Prolungata la via che dalla piazza S. Alessandro, intersecando la via Torino, la via stessa passerebbe dinnanzi alla facciata della Chiesa di S. Sebastiano, e proseguendo andrebbe a congiungersi colla piazza non troppo lontana di San Sepolcro, abbattendo quel brutto e sbilenco vicolo Valpetrosa, facendo piovere un fascio di viva luce tra la piazza di Sant’Alessandro, e San Sepolcro. Demoliti poi sul fianco, verso via Torino, quei pochi non muri, ma diaframma di muri, appiccicchiati all’abside del Tempio San Sebastiano, libero ed isolato, apparirebbe in tutta la schiettezza e l’imponenza delle sue linee; apparirebbe cioè in mezzo a Milano, quello, che è realmente, una delle più belle costruzioni architettoniche che Milano possiede: Milano l’aveva, ma non sapeva di averla; Milano la riconquisterebbe: era sepolta, è risuscitata. (Continua) LUIGI VITALI.


Religione


Vangelo della Quinquagesima

Testo del Vangelo.

Il regno dei cieli è simile ad un uomo il quale seminò nel suo campo buon seme. Ma nel tempo che gli uomini dormivano, il nemico di lui andò, e seminò della zizzania in mezzo al grano, e si partì.

Cresciuta poi l’erba e venuta a frutto, allora comparve anche la zizzania. E i servi del padre di famiglia, accostatisi, gli dissero: Signore, non avete voi seminato buon seme nel vostro campo? Come dunque ha della zizzania? Ed ei rispose loro: Qualche nemico uomo ha fatto tal cosa. E i servi gli dissero: Volete voi che andiamo a coglierla? Ed egli rispose: No; affinchè cogliendo la zizzania, non estirpiate con essa anche il grano. Lasciate che l’uno e l’altra crescano sino alla ricolta, e al tempo della ricolta dirò ai mietitori: Sterpate in primo luogo la zizzania, legatela in fastelli per bruciarla; il grano poi radunatelo nel mio granaio. Propose loro un’altra parabola, dicendo: E’ simile il regno de’ cieli a un grano di senapa, che un uomo prese e seminò nel suo campo: la quale è bensì la pi4 minuta di tutte le semenze; ma cresciuta che sia, è maggiore di tutti i legumi, e diventa un albero, dimodochè gli uccelli dell’aria vanno a ripó sare sopra i di lei rami. Un’altra parabola disse loro:E’ simile il regno dei cieli a un pezzo di lievito, cui una donna rimescola con tre staia di farina, fintanto che tutta sia fermentata. Tutte queste cose Gesù disse alle turbe per via di parabole: nè mai parlava loro senza parabole; affinchè si.adempisse quello che era stato detto- dal Profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, manifesterò cose che sono state nascoste dalla fondazione del mondo. Allora Gesù, licenziato il popolo, se ne tornò a casa; e accostatiglisi i suoi discepoli, dissero: Spiegaci la parabola della zizzania nel campo. Ed ei, rispondendo, disse loro: Quegli che semina buon seme, si è il Figliuol dell’uomo. Il campo è il mondo; il buon seme sono i figlioli del regno: la zizzania poi sono i figlioli del maligno. Il nemico che l’ha seminata, è il diavolo: la raccolta è la fine del secolo: i mietitori poi sono gli Angeli. Siccome adunque si raccoglie la zizzania e si abbrucia, così succederà alla fine del secolo. Il figliuol dell’uomo manderà i suoi Angeli; e torranno via dal suo regno tutti gli scandali, e tutti coloro che esercitano l’iniquità; e li getteranno nella fornace di fuoco: ivi sarà pianto e stridore di denti. Allora splenderanno i giusti come il sole nel regno del loro Padre. Chi ha orecchio da intendere, intenda. (S. MATTEO, Cap. io Pensieri.

Le tre parabole presentate nell’odierno Vangelo, importanti considerate isolatamente, diventano più importanti considerate in relazione l’una coll’altra, quasi l’una rampolli dall’altra, e formino insieme unite un quadro solo, che si completa con diverse parti. Gesù Cristo ricordò queste parabole in un solo. discorso: l’unità nella varietà ’che riscontriamo noi, forse non è nel nostro pènsiero se non perchè fu prima nel suo.

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La prima parabola riguarda il buon seme me