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30 IL BUON CUORE


seco pfetendere un denaro. Eppure, il padre di famiglia al silo agente, il quale in questo caso, nei rapporti col padre, è Gesù Cristo; il suoTiglio, dichiarato, giudice di tutto il genere umano, ordinò di dare agli ultimi arrivati un denaro, come era stato pattuito coi primi. Questi ne mormorarono. Che bella risposta è data ad essi dal padre di famiglia! Arhici, disse egli ai primi lavoratori, non vi faccio ingiuria: non vi ho forse dato quello in cui eravamo d’accordo? che importa a voi se a questi voglio dare di più, voglio Ilare come a Voi? volete voi essere cattivi perché io sono buono? Importantissima e preziosa lezione! Chi si larhentava, erano i primi venuti. Nell’ordine spirituale, primi si dovrebbero ritenere quelli che furono più zelanti nel rispondere alla chiamata di Dio. Non sarebbero forse l’immagine di molti di noi? Noi abbiamo risposto subito alla chiamata di Dio; noi amiamo davvero il Signore, noi possiamo dirci anzi zelanti nel suo servizio. Eppure non avviene talolta che noi ci crediamo autorizzati a sindacare, a censurare la condotta di Dio riguardo agli altri? a dire: Dio avrebbe dovuto fare così, come penso io, e non Come ha fatto lui? senza riflettere che chi è meno buono di noi, chi’ venne dopo di noi, può avere delle attenuanti nei suo ritardo, come i lavoranti dell’ultima’ ora, che non eran venuti perchè nessuno li aveva chiamati? Malgrado il nostro maggior lavoro fatto, ahi, la nostra censura, il nostro animo piccolo, poco generoso, v’è pericolo che ci abbia a rendere poco graditi a Dio," forse meno graditi di coloro che giunsero a lavorare più tardi nella vigna! Come sarebbe belle spiegata allora, ma a ’nostro danno, la sentenza con cui si chiude l’odierno Vangelc,: i primi saranno gli ultimi, gli ultimi i primi! Lavoriamo; lavoriamo lieti e fieri sotto il governo di Dio padre: il lavoro è utile, il lavoro è grande, il premio non ci mancherà: ma’ guardiamoci bene dal censurare chi ha ricevuto un premio uguale o superiore al nostro. Che brutta abitudine il lamentarci della bontà di Dio verso gli’ altri! Esultiamo,: è un’altra prova che Dio è veramente padre: noi lo abbiamo esperimiintato a nostro vantaggio nel passato: chi sa che forse di questa sovrabbondanza di bontà non abbiamo ad aver bisogno’ qualche volta anche noi nel futuro! L. V.

PROTEZIONE DELLA GIOVANE

Alla sua sede ben nota, nella casa in via Castelfidardo n. 9, si è tenuta l’assemblea annuale dell’Associazione internazionale per la Protezione della giovane.. L’adunanza riuscì solenne per l’intervento del-

l’eminentissimo nostro cardinale arcivescovo che ebbe il beri,/enuto da tutti colla parola dell’amico nostro Angel Cornelio. Dopo uno scambio di complirnenti, il Cornelio mise in bella luce la figura del pastore, che, senipre pieno d’amore e di, zelo, è ognor pronto a portare, incoraggiamenti e benedizioni ad ogni opera buna, suscitando sentimenti di pace anche in tempo di guerra. u Colla vostra parola conci-• Fante, col vostro.gesto, sopratutto colla vostra bontà così disse il Cornelio — voi esercitate una vera missione d’amore;:dal Vaticano, ove•,nel Conclave avete contribuito ad ottenere alla Chiesa un Pontefice già illustre per i suoi atti magnanimi, al piccolo paeselli; di montagna, dove l’erba del prato non è tocca - che dalla zampa della capretta, voi siete sempre ai).portatore di pace.» Il Cornelio chiuse facendo voti perché 1.a Protezione della giovane, per pie disposizioni, possa presto funzionare in casa propria, e, rivolse parole di ringraziamento alle benefattrici ed ai benefattori, segnalando la presidente, contesssa Parravicini Stanga, il proposto Schenone e il medico cav. Gostero, compagno di battaglia, in tempo di epidemia, di quel modesto parroco Sarto - innalzato poi alla cattedra di • Pietro. Non mancò una parola di affettuosa congratulazione alla signora Crescini una colonna della istituzione — la quale, passata attraverso ad affliggente malattia con pericOlo di cecità, era lieta di poter ritornare al prediletto campo di lavoro. Segni poi la lettura dell’interessante relazione annuale, redatta con tanta efficacia dalla nobile signorina Elisa Belgiojoso. La relatrice mise poi in evidenza colle cifre il lavoro compiuto. Alla stazione ferroviaria ebbero assistenza 3058 giovani, delle quali 2702 italiane e 357 straniere. Alla Casa famiglia ne ••vennero ospitate 537, collocandonego-; 452 in posti sicuri. Non meno grande fu l’attività negli altri rami dell’Opera, estesa con opportune corrispondenze. Dopo un plauso" alla distinta relatrice, S. E..il cardinale arcivescovo pronunciò un,discorso paterno di circostanza, incitando a sostenere la istituziòne che tende a:prevenire, a ’salvare tante fanciulle incaute, a contrapporre il bene al male che dilaga.

Le colonie dello Stato di S.ta Catharina (Continuazione del numero 3).

Detta zona fu visitata l’anno scorso dalla ComL missione italiana inviata dalla Federazione Nazionale dei Lavoratori della Terra e da altre istituzioni italiane nel sud del Brasile a studiare se vi fosser opportunità o meno per una eventuale emigrazione italiana: riporto qui la descrizione ed i giudizi che quella Commissione ne dette, che sono rispondenti aí dati ed alle impressioni da me raccolte sulla medesima: ((Questa zona, compresa tra Nuova Venezia ed