Pagina:Il buon cuore - Anno XIV, n. 01 - 2 gennaio 1915.pdf/6

6 IL BUON CUORE


tite il Re tali cose, si turbò e con lui tutta Gerusalemme. Ed adunati tutti i principi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, domandò loro dove fosse per nascere il Cristo. Ed essi gli risposero: In Betlemme di Giuda poichè così è stato seriato dal profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i capi di Giuda, poichè da te uscirà il condottiero, che reggerà Israele mio popolo. — Allora Erode, chiamati segretamente a sè. i Magi, minutamente s’informò da loro in qual tempo fosse loro comparsa la stella. E mandandoli a Betlemme , disse: Andate. e fate diligente ricerca di questo fanciullo; e quando l’abbiate trovato, fatemi sapere affinchè ancor io vada ad adorarlo. Quelli, udite le parole del re, si partirono; ed ecco che la stella da loro Veduta in Oriente, andava loro davanti, fintantochè, arrivata sopra del luogo ove stava il Bambino,. fermossi. E veduta la stella, si riempirono di sopragrande allegrezza. Ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre; e prostratisi l’adorarono, e, aperti i loro tesori, gli offrirono i doni, oro, incenso e mirra. Ed essendo stati in sogno avvertiti di ’non passare da Erode, per altra strada se ne ritornarono al loro Oriente. (S. MATTEO, Cap. 14)

Pensieri.

Importantissimi insegnamenti ci vengono dal Vangelo dell’odierna solennità. Epifania significa manifestazione; è la manifestazione che Gesù Cristo ha fatto di sè stesso agli uomini in diversi tempi e modi, ma specialmente ai Magi coll’apparizione della Stella miracolosa. I Magi rappresentavano i popoli Gentili, rappresentavano noi. Come risposero i Magi alla comparsa della Stella che riassumeva per essi la vocazione di Dio? Con prontezza, con coraggio, con generosità, con perseveranza.

Le chiamate di Dio son due, la chiamata alla fede, la chiamata alla virtù. La prima chiamata Dio l’ha fatta a noi, senza di noi. L’ha fatta col farci nascere nel grembo della Chiesa, risparmiandoci il lungo e difficile cammino che molti devono seguire prima di giungervi. Sebbene, in molti casi, si debba dire che anche per noi, per venire alla fede, debba ripetersi l’appello alla fede. Siamo nati nella fede, ma vi siamo rimasti uniti? Quanti fra i nati nella Chiesa, che hanno ricevuto, dopo il battesimo, altri Sacramenti, Che ricordano nelle più care memorie della gioventù il giorno soave della Prima Comunione, al gelido soffio delle dottrine irreligiose, fomentate dai giornali, dai libri cattivi, dai cattivi esempi, dalle passioni,: sentirono la fede; venir meno nel loro cuore, si trovarono nella piena oscurità, tutto all’opposto dei Magi; i Magi dalle tenebre vennero alla luce, essi dalla luce andarono alle tenebre! Ma il caso più frequente presso di noi che siamo nati alla luce, che abbiamo conservata la fede, è un’altra chiamata: abbiamo avuto e conservata la fede, abbiamo avuto e conservata la virtù?. La fede c’è, ma la fede è morta; la fede c’è, ma è senza le opere; a almeno senza quella vivezza, quella pienezza di opere, che costituisce il vero stato dell’uomo giusto, dell’uomo che vive di fede, che mette la fede quale inspirazione di tutta la vita, che ha cura sopratutto di conservare nel suo cuore la grazia di Dio, tesoro supremo della vita di fede? Qunte volte Iddio ci ha chiamati a questo ritorno alla virtù, a conformare la vita alle nostre credenze, ad essere cristiani non solo di nome ma anche di fatto? Qunte volte Iddio ci ha chiamati a questo ritorno alla virtù, a conformare la vita alle nostre:credenze, ad essere cristiani non solo di - nome ma anche di

La prontezza nel rispondere alla chiamata di Dio fu uno dei primi atti buoni dei Magi: vidimus stellam ejus et venimus; appena abbiamo veduto la stella siamo venuti. Altri hanno potuto vederla e non si mossero; per essi vederla e venire fu la stessa cosa.

Fu facile ad essi questa venuta? Molti vorrebbero credere; molti che son già nel possesso della fede vorrebbero essere virtuosi; molti, caduti nella colpa,. vorrebbero uscirne; ma sorgono delle difficoltà; bisogna vincere le passioni, bisogna rinunciare ad una illecita affezione, bisogna restituire della roba di male acquisto, bisogna perdonare un’ingiuria ricevuta, riparare un’ingiuria, una calunnia fatta; bisogna Vincere il gravissimo e frequentatissimo ostacolo del’rispetto umano... I Magi vedono la Stella, e si mettono subito in cammino. Lasciano la famiglia, lasciano gli affari; non si lasciano smuovere dalle osservazioni interessate o meticolose di parenti e amici; dal dubbio di essere ingannati da un falso indizio; dal pensiero del lungo e difficile cammino; dalle derisioni colle quali può essere accolto il loro divisamento... vidimus et venimus... E l’ostacolo maggiore sorge quando essi credono di essere giunti alla loro riletta, a Gerusalemme. Essi avrebbero dovuto aspettarsi di:trovare la città in festa per la nascita del nato e aspettato Re dei Giudei.... e invece nulla. La popolazione è tranquilla e si turba al - loro annunzio; Erode non sa nulla, e deve interrogare gli interpreti della legge; e quando ne ha per risposta che in Betlemme deve nascere il promesso Messia, lascia partire i Magi perchè vadano a verificare; ma nè egli, nè alcuno dei suoi, nè ’alcuno della città, si muove.. malgrado tutto ciò i Magi vanno; non si lasciano arrestare da nessun ostacolo nè fisico, nè morale, e la loro costanza è ben tosto e largamente premiata: la Stella ricompare sul loro capo; una gioia grande risorge nel loro cuore; e dopo breve tratto di cammino la Stella li conduce e si arresta dove è il Bambino colla sua madre.

E’ la gioia serbata alle anime fedeli e coraggio: se, che una volta fissata la meta da rggiungere, non Si lasciano smuovere, trattenere da nessun ostacolo, trovano anzi negli ostacoli da superare e da vincere una doppia prova, a prova della buona Volontà presso di loro, la prova del loro omaggio pratico e generoso verso Dio.