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4 IL BUON CUORE


vano 1e «bolle di grazia», in presenza di Sua Santità: aveva nome di Sala della Segnatura. Nel soffitto, — è noto! -- Raffaello, serbando con reverenza la parte decorativa del suo predecessore Sodoma, dipinse in quattro tondi, quattro figure allegoriche: la Poesia, la Teologia, la Filosofia, la Giustizia, simboleggiando in esse l’ambito in cui si muove la Vita Spirituale dell’uomo, e le potenze che lo governano. Ne’ quattro grandi quadri murali raffigurò le genti che a quelle potenze rendono omaggio e la rappr4esentatio in terra. Nel quadro — ricordate pure, — noto sotto il nome di Disputa, vediamo uniti gli eroi della Fede, de’ quali la Fede fu costante aspirazione; nel cielo aperto, Cristo radioso, il Battista umiltà predicante, e Te, «o Vergine, alla Destra del Divino tuo Figlio, anche su quel tuo trono di gloria, in atto di preghiera, Umiltà meditante ed operante, le mani devote quasi posantesi su ’1 cuore anelo di gratitudine e di tenerezza adorante!». Esedra paradisiaca: in semicerchio, a dritta e a manca, dodici santi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Iddio Padre,è librato in alto, a’ di sopra del Salvatore trionfante. Il simbolo dello Spirito Paraclito s’intravede nella corona delle nuvole. Più in là, fra pontefici, cardinali, vese( vi e monaci, che rappresentano il mondo ecclesiastico, si raccolgono gruppi radi, ma addensanti pensiero, di persone non tonsurate: «Fra le quali te. beato Angelico, che in terra portasti, qual’è nel Cielo, il viso di Maria; e te, Dante! te Alighieri, che ccdr parola terrena, sovrumana, fosti ispirato rapando di Maria. Sì ti veggo, Poeta di Dio e di Mari ( insuna luce d’oro, assòrta l’estasi, pur te nel Paradiso stesso, con Gabriele radiante: E quell’Amor, che primo lì discese Cantando Ave, Maria, gratia piena, Dinanzi a Lei le sue ali distese. Par. XXXII, v. 94-96 - Meditando questa figura, Corrado Ricci ne fa notare, (ne ripeto anzi le parole): «Nella loro espressione si leggono le diverse gradazioni del sentimento religioso dalla Fede ispirato. Questa elevazione del soggetto, dal campo storico co all’idealistico, dove diventa possibile l’espressione dei più diversi sentimenti, conferisce vita al mirabile dipinto». Ma oso aggiungere ai sommo critico, ch’essa, l’ispirazione religiosa, è l’anima radioso che infonde all’arte moto e potenza ascensiva: non pur psicologico-etica, ma potenza estetica è parenetica, epiteto questo prediletto dai dantafili. Il che vuol dire appunto, esortativo, ammonitorio, e, più precisamente incuorativo. Qui l’essenza ’della poesia religiosa! L’argomento è vastissimo, e: Me degno a cib nè ’o nè altri crede. E nemmeno, se mi fosse dato tanto! vorrei qui provarmici: discrezione altresì me distoglierebbe; pur non sapenlomì esimere dall’asserire che. dopo A-il Petrarca e il Manzoni, la lirica mariana non ebbe, anche per parte d’ingegni ispirati, ali degne all’alto volo. (Continua)

Pizzo

MAGISTRETTI.

PER IL NOSTRO NUOVO RETTORE

Don PIETRO STOPPANI VERSI. Poi che un volente affetto di paterne virtù qui i conduce, a noi recando la divina luce che s’irradia dal cuore a l’intelletto; poi che ogni nostro bene voi d’un - consenso vigile seguite, con noi deh plaudite oggi al nuovo Retto!.. Nuovo egli viene a’ l’arduo ufficio santo ma noto a noi, ma ’antico in lui, sublime la fede che redime, l’ansia che vibra’ d’ogni umano pianto: nè impreparato al grande compito viene; unanime fra noi degli alti pregi suoi da quattro lustri l’armonia si spande. E’ da la sua parola di maestró e d’apostolo fraterno che a noi fruga l’eterno raggio onde l’ombre palpita e s’invola. A suo vital pensiero, forza — intellettual, piena d’amore, siccome l’ape al fiore, noi ci, nutrimmo, ricercando il vero. Ed ora ch’Ei s’appresta a secondare, a svolger di lavoro un provvido tesoro, che lieta fede in noi freme rideSta! • Degno di lui, del forte suo cor„ del nome che la patria onora, è il voto che lo incuora a reggere, a innalzar la nostra sorte. D’un riverente omaggio noi gli rendiamo pubblico tributo; e pel superno aiuto, a’ suoi passi invochiant luce e coraggio. Dal Padre venerato, che tante prove d’amorosa cura segnò fra queste mura, sul non facil sentiero Ei fu chiamato: e tu vedrai, Milano, vedrai per essi, in una santa gara, l’opera a te sì cara fiorire e il nome tuo mandar lontano. - 12 - 1914 MARIA MOTTA.