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il buon cuore 339

addormentò qui per destarsi in un’altra vita migliore di questa. Ho tratteggiato a volo l’origine e lo svolgimento delle mie relazioni col Senatore T. Canonico; ora concedete che su queste relazioni metta in rilievo il suo profilo, specialmente morale e religioso, quale io l’ho concepito. — Sui vent’anni, mi diceva il Senatore, io avea terminato i miei studi di legge a Torino e mio phdre come premio e insieme come mezzo eccellente per l’istruzione pratica e per il conoscimento della vita sociale, desiderò che facessi un viaggio in Inghilterra e lo feci e me ne trovai ben contento. — Ho notato che tra le diverse regioni italiane

Mons. GEREMIA BONOMELLI

forse il Piemonte fu quello che prima di tutte e in proporzioni maggiori mandò i suoi figli a fare come un tirocinio della vita reale in Inghilterra. Canonico e Cavour, per ricordarne die soli, si formarono alla vita pubblica in quella grande salala inglese, che è un misto singolare di aristocrazia e democrazia. di rispetto profondo per l’autorità é la legge, di culto sacro per la dignità personale e per l’amore e grandezza del proprio paese. Tra il carattere piemontese e l’inglese vi è una affinità speciale, che balza all’occhio di primo tratto: io parlo del piemontese a preferenza di tutte le altre provincie italiane. Hanno comune la serietà, la tenacità del volere, la riflessione e una certa apparente durezza e l’amore del lavoro, del risparmio e dell’ordine. 11 Piemonte fu ed è rimasto fino ad oggi il paese più militare d’Italia e dalla natura stessa preparato a darle il primo e più valido impulso verso la sua indipendenza: senza la scuola e la energia del Piemonte difficilmente l’Italia si sarebbe formata a nazione. Tale era la persuasione del Canonico, che avea simpatie.spiegate per l’Inghilterra. Non ricordo bene, se prima o dopo la sua andata in Inghilterra, egli fece una visita a Stresa ad Antonio Rosmini. Avea sentito parlare spesso di quest’uomo straordinario, come fornito di un ingegno maraviglioso, d’un profondo pensatore, amante della patria e di una vita virtuosa, che gli conciliava non solo la stima, ma la riverenza universale. — Mi sono sentito fortemente e misteriosamente attratto verso di questo uomo, del quale avea letto alcuni scritti filosofici, così mi dieta. Canonico. Andai a Stresa, domandai di Rosmini e il portinaio a cui mi rivolsi, mi disse: è in giardino, e mi additava il giardino. Proprio in quella, Rosmini usciva e gli mossi incontro. Egli mi accolse con un sorriso pieno di bontà e mi condusse nel suo modestissimo studiolo e mi trattenne a lungo e mi disse tante cose e con tal garbo ch’io ne fui innamorato. Non sarei più partito.da quell’uomo benedetto. Delle cose udite da lui, questa sopra tutto ritenni nella memoria. Mi chiese, nel licenziarmi, se amava la verità? — Risposi: Oh, sì, amo la verità, almeno desidero di amarla. -- Bene: allora preparatevi a soffrire molto. Il Canonico fu più volte a Stresa per vedere ed udire Rosmini, e ne partiva sempre compreso d. maggiore venerazione per lui e ripieno di nuova energia a camminare sulla via del dovere: — mi parea di diventare migiore — così egli. Ho voluto qui riferire il fatto e quasi con le stesse parole del Canonico perchè fanno onore a lui e riflettono bella luce sul Rosmini. Non è già che la fede del giovane Tancredi Canonico nel primo periodo della sua vita ( non posso determinare precisainente quale) non avesse a superare una grave e dolorosa prova. Deve essere stata terribile, s’egli un giorno con tutta franchezza potè dirmi: — Fu tempo ch’io avea perduta ogni fede — e dal suo linguaggio mi parve di poter arguire, che non ammetteva nemmeno l’esistenza di Dio..Non dobbiamo maravigliarcene punto. Per quella poca esperienza che ho della società nostra istruita, che è passata attraverso alle scuole universitarie e che tiene uffici pubblici anche di secondo, di terzo quarto ordine, credo di poter dire che sono rari assai quegli uomini, i quali massime nei primi anni, non abbiano sofferto qualche eclissi nella fede e fatto miseramente naufragio. Talvolta si rialzano e, superata la crisi, come si suol dire, spiegano una fede raddoppiata salda ai più duri cimenti e gli esempi splendidi non mancano anche ai nostri giorni. Tale fu il nostro Canonico. Come, per quali vie riacquistò la fede e qual fede? Lo dirà egli stesso in modo solenne e direttamente al S. Padre Pio IX.