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esprime solo i concetti, non comunica appena le idee; quando l’ascoltatore sia nello stato d’onimo richiesto, la parola dona anche le impressioni, i sentimenti. Una persona convinta partecipa la sua persuasione a chi lo ascolta. Questo accadeva alla predicazione di Giovanni: egli trasfondeva nelle anime il terrore dell’imminente giudizio. La voce dava l’allarme: Si salvi chi può! E le coscienze partecipavano al turbamento di Giovanni, temevano con lui. Meditiamo, tutti noi, sacerdoti, educatori, madri, padri, tutti noi, che, in un modo o in un altro, abbiamo cura d’anime, meditiamo come dobbiamo essere„ perchè il nostro compito éducativo raggiunga il suo scopo ed abbia tutta l’efficacia desiderata. Tutti siamo convinti della necessità, dell’importanza almeno, della religiosità, della pietà come fattore educativo... convinciamoci anche, però, che le parole nostre non avranno alcun effetto se non saranno l’espressione del nostro sentimento interiore, se non saranno davvero vita della nostra vita intima, profonda! Quante volte un magnifico, splendido, brillante discorso, anche di pietà, anche udito in Chiesa, ci lascia freddi, e ci commuove invece, la povera, disadorna parola di un’anima ardente e pia! — Dono di Dio e cosa grande l’ingegno, ma anche nella parola dei sommi che conquide non è l’ingegno, è la loro persuasione! — A me è accaduto più volte di provare la stessa commozione davanti alla parola profonda del sapiente, del Santo, e davanti a quella semplice, ingenua della contadina ignara e ignorata. Son le anime che influiscono sulle anime; è una cosa grande, misteriosa, ma è così. Pensiamoci tutti quanti abbiamo compito d’educare: riempiamoci di quelle realtà che vogliamo dare a chi sta intorno a noi, viviamone, e allora la nostra parola sarà efficace. E soggiungo, purifichiamoci prima di accingerci all’opera educativa, prima di parlare alle anime di cose di pietà, di religione. Tuffiamoci nel divino noi, preghiamo e poi parliamo di Dio... senza timore delle difficoltà che possono venire dalla deficienza nostra o dalla deficienza, acerbità di chi ci ascolta. Anche le persone più umili, anche i bambini subiscono il fascino di una parola commossa e convinta! Questa è per me una esperienza che ha avuto prove e riprove; è una esperienza che — a chi deve educare — dona umiltà e confidenza insieme!

Io battezzo in acqua, ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete... Egli battezzerà in Spirito Santo. Era dunque inutile il battesimo di Giovanni? No certamente, se no egli non l’avrebbe amministrato. Il suo battesimo era come l’impegno di prepararsi alla venuta di Dio, di prepararcisi, ma nel timore. Il suo battesimo era incompleto, la sua esperienza religiosa doveva essere superata. Il battesimo cristiano, infatti, non solo dispone l’uomo a prepararsi al giudizio, ma dona insieme la

grazia. E Cristo, in Dio, ci Ea vedere non solo il giudice, ma anche il padre. Invita Gesù a piangere i nostri peccati, ma anche ci dà la fiducia, la sicurezza del perdono.. Che impressioni, leggendo nel Vangelo le dolci parole: Va, figliuolo, i tuoi peccati ti sono perdonati! Ma che cosa ben più grande di un’impressione, allorchè, nel Sacramento della penitenza, il rappresentante della Chiesa ci dice: Va in pace, i tubi peccati ti sono perdonati! — Come si sente allóra, la sicurezza del perdono che Gesù ci ha lasciato! In nessun Sacramento, però, noi ci uniamo a Cristo, noi partecipiamo alla sua esperienza, come in quello dei nostri altari. Nell’Eucaristia è l’essenza della vita religiosa; per viverla, questa vita, bisogna comunicare con Gesù il più che sia possibile e proporre di non astenersene. Così, aspettando il giudizio di Dio, il Cristiano non teme, perché Gesù gli ha assicurato il perdono del Signore: I tuoi peccati ti sono perdonati! i..-2t-zM.zAt-f44-AZAt-*-MtAt4-t-24,t-9

Beatitudine in mesti (1ro -v.A.DIs) Se Gesù è mio Signor e non ho niun altro bene, se a Lui fido questo cor sino a morte si mantiene, a me ignoto fia il tormento sol amor e gioia sento. Se Gesù è mio Signor rinunziar vo’ a tutto il resto, sul bordon con pio fervor a seguirlo, orsù m’appresto: lascio ad altri la spaziosa chiara strada rumorosa. Se Gesù è mio Signor sarò lieto anche da morto, in eterno a me ristor dal Suo cuor mi verrà pòrto, dal poter che tutto muove, dolce penetra e commuove. Se Gesù può esser mio son signor di tutto il mondo, come un angioloodi Dio esser vo’ lieto, giocondo: i divini beni amar, le terrene cose obliar.

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Ove ha sede il mio Sovrano la mia patria ancor sarà, dalla provvida Sua mano ogni ben mi giungerà. Saran miei fratelli amati i Discepoli desiati. Samar::ta.

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