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Volta ha potuto arrivare alla scoperta dell’elettrico colla invenzione della pila, perchè il temperamento del suo ingegno era tale, da pyrtarlo a non trascurare nelle sue indagini nessun elemento di fatta, fosse pur minimo: quel fatto gli serviva di gradino per trovare altri fatti. _Altro che essere libero! Fu un uomo di genio perchè fu un uomo schiavo; libero da pregiudizi e schiavo della verità e della scienza. E vero che in via di fatto chi si professa libero pensatore intende di dirsi libero pensatore dinnanzi ad ogni religione che si presenta come rivelata da Dio, dinnanzi alla imposizione (lei dogmi. La questione, con ciò, non cambia di natura e d’aspetto; è sempre la questione se si è o non si è dinnanzi alla verità: se la religione che dice di essere rivelata è la verità, se presenta gli argomenti per provare incontrastabilmente che è la verità, sarà libero il pensiero di respingerla.perchè è religione rivelata? L’unico diritto che rimane, che si risolve anche in un massimo dovere, è quello di investigare se la religione rivelata possa presentare e presenti davvero i caratteri della verità. Tale ricerca importa raccoglimento, lavoro, fatica. Fatica, lavoro, che dai più non si vogliono affrontare, sostenere; ma nel tempo stesso pesa l’accusa di sentirsi chiamare ignorante: che si fa? Si ricorre al libero pensiero; io sono, si dice, un libero pensatore... Pensatore di niente! Posso ingannarmi, ma l’etichetta del libero pensiero, a me è sempre parsa una scappatoia per sottrarsi all’obbligo dello studio della religione, e nel tempo stesso un sottrarsi al peso e all’odiosità del sentirsi giustamente accusare come ignorante, come irriflessivo. La stoltezza del libero pensiero appare poi evidente fino al ridicolo, quando il libero pensiero vuol codificare sè stesso, vuol dare delle norme direttive. fare uno statuto da presentare ai liberi pensatori, riuniti in società. Ricordo il primo Congresso del libero pensiero, tenutosi in Milano, alcuni anni or sono. La sala era affollata. Dopo che diversi oratori ebbero magnificato la sapienza ed i meriti del libero pensiero, si fece correre fra i convenuti un foglio con elencati alcuni articoli, in forma di statuto, da sottoscriversi da chi voleva affigliarsi alla Società del libero pensiero. Fra i presenti vi era anche lo scrittore poeta, Antonio Ghislanzoni, noto universalmente per il suo del libero pensiero gli si avvicina col foglio, e lo incarattee libero e indipendente. Uno dei propagandisti vita a sottoscrivere. Non sottoscrivo, rispose il Ghislanzoni. Il propagandista, sorpreso, esclama: Ma lei non è libero pensatore? Si, lo sono, risponde il Ghislanzoni, e appunto perchè lo sono non sottoscrivo. Se sottoscrivo mi obbligo a pensare come vogliono.loro. Era la risposta del buon senso. Il libero pensiero, senza’ accorgersene, offende una delle leggi fondamentali dello spirito umano. Lo •

spirito umano è ricercatore della verità. Cercare la verità è a un tempo nell’uomo un diritto ed un dovere. E’ solo nella verità, ha detto acutamente il Manzoni, che in fondo a. tutte le sue ricerche, la mente umana trova riposo. Il libero pensiero è una sfida alle credenze del genere umano. Tutti i mpoli hanno sempre creduto che vi è un Dio, e che a Dio deve prestarsi fede, rispetto, obbedienza: l’uomo potrà essersi ingannato nel dire che fosse Dio, chi non lo era; ma nell’affermare che Dio ci deve essere, che Dio c’è, è sempre stato mirabilmente concorde: chi dice che tutto il genere umano sbaglia, è come dire che tutto il genere umano è matto; chi dà del matto al genere umano, arrischia bene di esserlo. Chi, come il libero pensatore, si fissa nel pensiero di non accettare come vera la religione rivelata, si preclude dal seguitare una delle massime da tutti salutata come una massima di grande sapienza: è da sapiente il mutar consiglio. Il libero pensiero ha ragione in un punto solo. nel conservarsi nella possibilità di trovare e accettare un giorno la verità: il libero pensiero avrà ragione quel giorno che non lo è più; quel giorno in cui, ces;ando di essere liberopensatore, esulterà nel possesso della verità apparsa, cercata a trovata; quel giorno in cui, non essendo più fra i seguaci di $inigaglia, si accorgerà di trovarsi, a fronte alta ed a cuor libero. a fianco di Dante e di Manzoni. L. VITALI.

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Un’eccezione poi sordomuti. In questi momenti di trepida attesa si paralizzano anche le più nobili iniziative a sostegno delle creature più sventurate; tutti i pensieri, tutte le preoccupazioni, tutti gli slanci più o meno disinteressati, convergono ai teatri della guerra, e pare ozioso chi si occupa delle miserie locali, che pure incombono e si impongono con un crescendo desolante. Così molte nostre’ opere di beneficenza languono quasi dimenticate, come se per il lontano fragore delle armi, fossero ad’un tratto divenute opere secondarie e parecchi buoni progetti, escogitati per effettuarli in dicembre, sono andati facilmente in fumo, essendosi adottata la iacilissima teoria del rinvio ad epoca indeterminata. Ma una eccezione si vuole e si deve fare per i poveri sordomuti che, nella loro pietosa favella, chiedono un po’ di interessamento, un bricciolo di carità. A ragione si deplora l’abbandono in cui è lasciato il sordomuto povero di campagna, mentre si pensa largamente all’assistenza dei bambini normali negli asili e si costringe il fanciullo all’istruzione. Quante conseguenze doloroSe per aver lasciato alla loro sorte centinaia di bambini privi del dono dell’udito e della favella, quantunque dotati di intelligenza distinta! Migliaia di cani sono ben più fortunati* di centinaia di piccoli sordomuti, mentre un provvido asilo ed una illuminata istruzione ispi