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re, è morto sulla Croce!... Un raggio di luce brillò su la sua fronte, stese con ansia le braccia, con ansia avvicinò, strinse al petto il CrocifisSo, lo baciò... Morì! E quello che si dice dell’Eucaristia come sacrificio espiatorio si deve dire pure•dell’Eucaristia, rinnovazione del Sacrificio della Croce, sacrificio irnploratorio, propiziatorio, latreutico. Ma l’Eucaristia è anche Sacramento. Qual nuova fonte di speranza! L’Eucaristia è l’applicazione alle singole persone dei meriti infiniti che Cristo acquistò per tutti sulla Croce, è l’unione personale di Cristo coll’anima, per cui l’anima può dire con frase non simbolica, ma reale: non sono pili io che vive, ma è Cristo che vive in me. Come non essere sicuri che Dio ci accorderà le sue grazie. quando. dandoci il Figlio, tutto con lui ci ha donato, i doni della vita presente, le promesse del premio futuro, ct future glorie nobis pignus datur? Un momento della nostra vita è più decisivo degli altri, il momento della morte. Di quanta gioia, di quanto conforto, in quel momento, ci sarà la visita di Cristo nell’Eucaristia! In quel momento l’Eucaristia assume un nome proprio, che ricorda l’ufficio speciale di conforto all’anima, nel viaggio verso l’eternità: l’Eucaristia si chiama allora: il Santo Viatico! Un ricordo edificante, commovente, unisce questa funzione al nostro grande padre Ambrogio. Caduto gravemente ammalato, anzi, giunto in fine della vita, Onorato, Vescovo di Vercelli, che era stato chiamato d’urgenza ad assisterlo, viene avvertito che Ambrogio muore. Accorre, amministra gli estremi sacramenti al Santo: Ambrogio riceve la Santa particola, e in quel momento muore. L’Eucaristia era unita ad Ambrogio nell’abbandonane la terra, era unita ad Ambrogio nell’entrare nel cielo: Bonum? viaticum ferens, dice con santa eleganza il suo biografo.

Dati questi precedenti dell’Eucaristia quale fondamento della nostra fede e della nostra speranza, con quale slancio dell’anima ie vi invito a entrare nel terzo punto: l’Eucaristia è fondamento, è stimolo, della carità, della carità verso Dio, della carità verso il prossimo! Qui non è più una fredda dimostrazione; è un inno! Amore genera amore, e l’Amor di Dio, l’amor di Cristo verso di noi, deve generare l’amor nostro verso di Lui; amore infinito dalla parte di Dio, amore, senza limite da parte nostra. E’ dubbio l’amor di Cristo verso l’uomo nella Santa Eucaristia? Amore, e solo amore. è la grande parola che caratterizza questa istituzione: la vita di CriSto fu una vita tutta di amore verso gli nomini: l’Eucaristia, opera degli ultimi momenti della vita di Cristo, riassume e supera l’amore di tutta la sua vita. L’afferma Giovanni, l’apostila dell’amore, che posando, nell’ultima Cena, il suo capo sul petto di Cristo; sentì i battiti di quel cuore, e conobbe di quali sentimenti fosse animato. Avendo sempre ama to i suoi, in fine li amò di amore ancor più grande; e passa a ricordare l’istituzione della Eucaristia. Al momento di abbandonare gli Apostoli, Cristo non volle lasciarli orfani. Doveva partire; doveva portare al Padre in cielo il prezzo del perdono; ma nel tempo voleva restar qui in mezzo di noi: delici»uv esse cum filiis hominum. Che fare? Ecco una trovata della quale solo poteva essere capace un amore onnipotente: andrà in cielo colla sua persona umana, ma rimarrà sulla terra colla sua persona aucaristica; persona vera in cielo, fra gli Angeli e i Santi, persona vera.in terra fra gli uomini. Quale motivo poteva avere indotto Cristo a lasciare questo dono? Forse per ’bisogno che egli avesse di noi? Egli ha tutto, e noi non abbiamo nulla: tutto quello che abbiamo è un dono suo. Forse per riconoscenza peri servigi’ nostri verso di lui? Fra poche ore egli sarebbe l’oggetto più straziante della ingratitudine degli uomini: un apostolo lo tradirà, un altro lo rinnegherà, tutti gli altri lo. abbandoneranno; e il popolo, da lui beneficato, griderà il Crucifige, e lo vedrà con gioia confitto da suoi nemici sulla Croce! Sarà forse la preveduta riconoscenza dei popoli futuri? Ah, miei fratelli, voi potete ben dire quale sia la riconoscenza degli uomini per Cristo, anche dinnanzi alla suprema prova dei suo amore per noi, dinnanzi all’Eucaristia! Non ho mai potuto cancellare dall’animo mio l’impressione che mi ha fatto un padre missionario in un corso di esercizi, con una predica, che aveva per traccia: Cristo è amante, Cristo è amabile, Cristo non t? amato! E’ l’amore, solo l’amore verso di noi che indusse Cristo a instituire l’Eucaristia; amore verso di noi che porta all’invito dell’amore che noi dovremmo portare verso di tutti. L’amore verso il prossimo è indicato nell’Eucaristia dalla materia stessa del Sacramento, dal pane e dal vino: il pane è formato da tanti grani macinati insieme, il vino è formato di tanti acini pigiati insieme: sono i molti avvicinati, compressi, riuniti a formare una cosa sola; sono tutti gli uomini per l’Eucaristia chiamati a formare un cuor solo e un’anima sola; è il trionfo della carità del prossimo; è la carità degli individui, che deve diventare carità nelle famiglie, carità nella società, carità nell’umanità! Che strazio, in questo momento, al cuor di Cristo il vedere l’immane guerra che desola tutta l’Europa; si quò dire tutta la Terra! Cristo nella Eucaristia ha voluto brillare anche fra i primi truci episodi della guerra. Un ufficiale cattolico belga è caduto sul campo gravemente ferito: nei momenti dell’agonia, un dolore solo lo tormenta, non avere ai fianchi un sai cerdote, non poter ricevere l’Eucaristia, l’ineffabile dolore dell’anima credente, ricordato da S. Giovanni Grisostomo: hoc unus sit tibi dolor, hac esca privari. Un ufficiale aviatore presente, monta sull’aereoplano,,. e vola a un lontano paesello, ove sa di poter trovare un sacerdote. Il sacerdote prende l’Eu