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che bell’unione delle cose più sante, delle cose più belle! Associate al culto di Luigi il culto di Maria, e avrete nella divozione della Madre il segreto della virtù del figlio, rendendovi imitatoti della virtù di entrambi. Quanto a me, vi chiedo una cosa sola: passando dinnanzi a questa Cappelletta, ricordate qualche volta chi l’ha fatta restaurare: pregate S. Luigi, che avendo portato io il suo nome sulla terra, possa un giorno trovarmi a dividere con lui il premio di Dio nel Cielo! Il Buon Cuore, ultimo a pubblicare la notizia del la rinuncia al posto di Rettore effettivo dell’Istituto dei Ciechi di Monsignor Vitali, e della nomina a suo successore di Don Pietro Stoppani, non è ultimo certo a inchinarsi reverente davanti alla figura veneranda di Chi si dimette, rimanendo pur sempre nell’Istituto Rettore Onorario, Consulente; e più il Padre per antonomasia dei poveri ciechi,.e a salutare con auguri sinceri Chi gli subentra, riassumendoli tutti nell’invocare sull’uno e sull’altro le benedizioni del Signore e la gratitudine dei beneficati. La rinuncia dri Monsignor Vitali, rendendolo più libero, ci dà la speranza, e vorremmo dire, la certezza, che la sua collaborazione al Buon Cuore, cominciando da oggi, diverrà. come nel passato, assai più frequente. i ‘ ~~kgr eki". 4A11 51/4. ~~ 9.

Le colonie dello Stato di P’Catharina (Continuazione del numer<•

n).

Fino a qualche anno fa era aperta la strada mulattiera, detta dì S. Bento, costruita dall’amministrazione della colonia, che da Nuova Venezia saliva l’alta e ripida parete della Serra, e la metteva in comunicazione coi Campos dell’altipiano, alti 9oo e più metri, e particolarmente coi municipi brasiliani di Lages, S.. Ioaquiin e Vaccaria. Era questa una delle tre strade che dall’altipiano della Serra Geral’scendevano alle colonie: le altre due fanno capo ad Orleans ed a Minas. Nuova Venezia aveva avviato un commercio discreto coi Campos:. numerose truppe di muli guidate dai cosidetti cargueiros, transitavano code,sta strada cariche di prodotti coloniali: da due anni in qua la strada è rovinata in più punti su per la salita, è divenuta inaccessibile anche ai muli, ed il commercio è finito. Mi dicevano in Nuova Venezia che basterebbero poche migliaia di lire per accomodarla; hanno avuto promesse dal Governo ma niente è stato fatto.

Condizioni economiche e sociali. Accade cosi che molti coloni si trovano nelle condizione stesse di 20 anni fa, quando iniziarono la colonia; non mancano del necessario per vivere, ma nella sovrabbondanza del vitto, scarseggiano di vestiti e ’di ogni altra cosa che non sia prodotto agricolo; é vedendoli nonostani e la migliore volontà, che il proprio lavoro non contribuisce al progresso

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di alcuna sorta, sono colti dà sfiducia; le promesse di strade e di miglioramenti, troppe volte e per troppo tempo ripetute inutilmente, li lasciano indifferenti. Altro fatto da notarsi è che, mentre in tutte le altre colonie di Stato i coloni, salvo eccezionali casi di disgrazie, hanno quasi tutti pagaito il debito coloniale e sono proprietari di uno o più lotti di terreno, in Nuova Venezia vi è una quantità di famiglie che non sono arrivate a riscattare il lotto di terra, e che, agràvando ogni anno più il debito contratto verso la Compagnia, vengono sfrattate dal terreno occupato. Dai coloni si attribuisce la causa di questa situazione al fatto che`nei primi tempi la Direzione della Colonia accordò in larga misura ai coloni prestiti ed assistenza di vario genere, e molti coloni ne profittarono spensieratamente, anche perchè si era sparsa la voce che tal denaro non avrebbe dovuto essere restituito. Invece i debiti così formati si accrebbero a mano a mano del cumulo degli intéressi, finché -da molti si è persa la speranza di poterli saldare; e la Compagnia, dopo molti anni di attesa, si rivale riprendendo i terreni coltivati. Si osserva che la maggior parte dei colòni indebitati non esercitavano in Italia, prima di emigrare, il mestiere dell’agricoltore; ma sono bergamaschi provenienti dalle fabbriche e dalle industrie, i quali per molto tempo non poterono adattarsi, come gli altri veneti, alla vita dei campi e dei boschi. La condizione di questi coloni espropriati e cacciati da un terreno che essi hanno dissodato ed ove hanno vissuto per tanti anni, e costretti ora a ricominciare di nuovo, è sovente penosa; peraltro mi consta che non mancano alcuni più previdenti i quali, comprendendo di non poter arrivare ad ammortizzare il debito accumulato sulla colonia, se ne procurarono per tempo altra che fu intestata ai figli, nella quale andarono a - stare abbandonando quella primitiva. (Cone imta)

LA CASA FAMIGLIA PER LE IMPIEGATE celebra l’inizio del suo quinto anno di vita con un cospicuo ingrandimento dei’ suoi locali. Spinta dal crescente numero delle domande e dal desiderio di offrire alle sue ospiti un ambiente sempre più simpatico, ha lasciato la vecchia sede e si è trasferita in una casa nuova in piazzale Sempione 4. Questa simpatica istituzione che svolge un’azione tanto efficace offrendo a molte coraggiose lavoratrici alloggio e vitto a condizioni eccezionalmente favorevoli, merita l’appoggio della cittadinanza ed il più prospero avvenire.


Beneficenza


OPERA PIA CATENA

(Per la cura di Salsomaggiore)

Gina Chierichetti per un fiore sulla tomba del Prof. Cav. Luigi Bianchi L. 30.