Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 37 - 14 novembre 1914.pdf/6

ri, increduli e credenti, tutti, tutti, come un’inutensa fiumana, saranno trascinati dinnanzi a Cristo. Tutti furono creati e redenti da Dio; tutti devono tornare a Dio, e ’subire il suo giudizio. E’ il giorno Più grandioso dell’umanità: prima l’umanità si trovò divisa nel corso dei secoli, su tutta la faccia della terra: dopo il giudizio l’umanità sarà divisa nelle due grandi dimore, separate l’una dall’altra, il cielo e l’inferno. Nel giorno del giudizio universale, sarà tutta presente in un luogo solo. Che quadro immenso, dolce e insieme terribile! Michelangelo solo poteva degnamente dipingerlo..tulto. Nessun atto sfuggirà Saremo gi!i ytlel giudizio non sarà un giual giudizio di t r,tticosò, incerto: sarà improvviso, dizio succo. completo. Da una parte Cristo, l’immagine: dall’altra parte, l’uomo, l’imitazione. L’anima sarà dinanzi a Cristo; guarderà Cristo, guarderà sè: in questo atto di confronto sta il giudizio. Chi è trovato conforme all’immagine di Cristo Sarà salvo:. chi non. è trovato conforme, non ha bisogno di essere con-’ dannato: si condanna da sè. Saremo giudicati dinnanzi a tutti. Noi vedremo i peccati degli altri, gli altri vedranno i peccati nostri. Non saranno più possibili le finzioni, le menzogne. E’ un omaggio dovuto alla verità. Saranno strappate tutte le maschere. Quali sorprese, quale confusione! Quanti che ora sono tenute perle di virtù, perchè hanno saputo nascondersi sotto il velo dell’ipocrisia, compariranno in realtà quali sono, ladri, adulteri, calunniatori! Ma vi saranno le sorprese in altro senso. Quante persone che ora sono sconosciute nella loro virtù, che sono dimenticate, che sono disprezzate, perseguitate, compariranno nella bella luce della loro imitazione di Cristo, virtù segrete, virtù umili, ma virtù vere, virtù praticate e conservate, senza debolezze, senza defezioni, senza chiedere compensi, senza ostentazioni: che gioia per l’anima, trovandosi dinnanzi a Cristo, e ricordando le sue parole: imparate da me che sono mite. ed umile di cuore, il constatare che essa fu simile a Cristo nel passato, ed ora è simile a Cristo nel presente! Che gioia per lei. che sorpresa, che invidia per gli altri!

Venite a me benedetti.... Via da me maledetti.... Ecco le ultime parole che suggellano la vita dell’umanità. Nessuno potrà sfuggire dall’udire l’una o l’altra di queste parole. L’udire l’una o l’altra dipende da noi. Chi non vorrà scegliere, chi non vorrà prepararsi la bella parola: venite, o benedetti? La parola è bella; la condizione per meritarsela direi che è più bella ancora. E’ bello Cristo, nel suo amore, ne’ suoi dolori"? Imitatelo. L’imitazione di Cristo sulla terra è la condizione dell’ingresso nel cielo. L. V.

Le colonie dello Stato di S." Catharina (Continuazione del numero 34).

Nella colonia vi è una cooperativa di consumo che conta:circa 1 io soci e dispone di due magazzini ’situati l’uno nella sede, l’altro nel nucleo Hercilio I.ux, che incontrano molto favore. Vi è pure, anne •.so, una specie di consorzio agrario che fornisce i soci sementi, e vende o dà in prestito attrezzi ru: ali e macchine agricole. Le’ scuole scarseggiano in quel di Cresciuma: quella ricordata delle Suore, ed un’altra scuoletta nella prima linea, sono le sole sussidiate dal R. Consolato. La scuola sarebbe desiderata in molte località come ad esempio a Rio Maina, ove sono 4o, famiglie, a S. ’Donato nella prima linea ove sono 20: alcune già esistenti come quelle di Morro Esteo della terza linea avrebbero bisogno di essere aiutate. altrimenti danno risultato scarso e hanno vita breve ed interrotta. In questi luoghi ove manca ogni scuola, ed ove la scuola italiana sarebbe desiderata, e solo non si ha per mancanza di mezzi, sembra che con spesa relativamente moderata si potrebbero impiantare numerose ed efficaci scuole italiane. NUOVA VENEZIA.

I nuclei di Nuova Belluno, Nuova Treviso, Jordao e Belvedere situati nel municipio di Urussanga, fanno parte della colonia dí Nuova Venezia, la quale ha i suoi terreni divisi fra il municipio suddetto e (!uello,di Araranguà: il nucleo centrale appartiene a quest’ultimo, il confine fra i due municipi, arrivando proprio vicino alle prime case. A differenza delle colonie fino ad ora menzionate, che furono fondate per conto dello Stato, Nuova Venezia è un esempio di colonizzazione privata. Sorse nel 1891 per opera della «Compagnia Metropolitana» di Rio de Janeiro, la quale volle approfittare del decreto emanato in Brasile il 28 giugno 1890, detto legge Glicerio, dal nome del proponente, il quale accordando agli immigranti grandissime facilitazioni, come pagamento del viaggio, sussidi, protezigne, rimpatrio in casi determinati, ecc., ed accordando premi alle Compagnie di Navigazione ed alle Società colonizzatrici, provocò ’una ’forte corrente immigratoria dall’Europa per il Brasile. La Compagnia si era allora impegnata col Governo Federale a introdurre nel Brasile un milione di immigranti, ed intendeva che Nuova Venezia fosse la prima di una serie di colonie che avrebbe costituita. Viceversa, diminuita ben presto l’immigrazione, essa non potè mantenere i suoi impegni, e Nuova Venezia fu la sola colonia da essa fondata. Il territorio di questa colonia, di oltre 30.000 ettari, è situato in parte sulle colline, in parte nella pianura leggermente ondulata che si stende verso il ud-est dello Stato: quest’ultima parte’ è fertilissima e tutta irrigata. Le condizioni fatte dalla Compagnia ai coloni furono discrete: i lotti, di estensione eguale a quel