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nerativo — sebbene a tutta prima non sembri — di quello che si deve compiere lontano dalla propria casa. Il progresso femminile moderno attraverso molte tergiVersazioni sarà costretto a ricondurre la donna là donde l’aveva tolta. Solamente ella non vi tornerà più in atteggiamento di Cenerentola ima di creatura precisamente consapevole del suo compito e della forza che è nelle sue mani della quale per troppo tempo non si valse abbastanza. D’altra parte, verrà presto il giorno, in cui le donne di servizio, già così care, non si troveranno più addirittura. L’industria moderna avrà è vero, trovato allora altri mezzi per semplificare e facilitare il lavoro casalingo, Mia qualche cosa bisognerà pur fare, e saper fare. Meglio dunque che le donne sieno preparate a questo e che le fanciulle imparino fino dalla scuola elementare il modo compiere semplicemente e razionalmente quella che dovrà essere la loro principale occupazione nella vita. Ed è bene che apprendiamo anche a mettere in valore la loro opera. Non è certo dalla consapevolezza delle nostre azioni che può venire il male. Questo hanno insegnato al Congresso fra tante cose meno utili ile bionde e. rosee «menagères» tedesche; questo ha osato ripetere, fra molte proteste una nobilissima dama italiana cui il tempo, (un tempo non lontano forse) dovrà dare ragione. TERESITA GUAZZARONI.


Religione


Domenica 1 a dopo la Decollazione

Testo del Vangelo.

In quel tempo giunse a notizia di Erode Tetrarca tutto quel che facevasi da Gesù, ed egli stava coll’animo sospeso, perchè alcuni dicevano che Giovanni era risuscitato da morte; altri poi che era comparso E lia, ed altri che uno degli antichi profeti era risorto. Ed Erode diceva: A Giovanni feci io tagliare la testa. Ma chi è costui del quale sento dire siffatte cose? E cercava vederlo. E ritornati gli apostoli, raccontarono a lui tutto quello che avevano fatto; ed egli, presili seco, si ritirò a parte in un deserto del territori di Bethsaida. La qual cosa, risaputasi dalle turbe, gli tennero dietro: ed egli le accolse e parlava loro del Regno di Dio, e risanava quei che ne avevano bisogno. S. LUCA,

cap. 9.

Pensieri. Erode, inteso le meraviglie di Gesù, divenne perplesso, pauroso. «Chi è mai costui ri cui si odono tante cose?». Entriamo un poco nella coscienza del Tetrarca. Aveva fatto decapitare Giovanni Battista perchè

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gli rinfacciava il suo delitto, iil commercio illecito colla moglie di suo fratello, lo incalzava con rimproveri che gli seccavano. Ucciso Giovanni, quella voce era spenta. Nai crederemmo che Erode potesse godersi la vita senza ostacoli, fosse libero. Ma niente affatto. Quando Erede credevasi tranquillo, ecco sorgere un altro profeta che fa parlare di sè. Questo fatto gli fa sorgere nell’animo i rimproveri di Giovanni, gli fa tornar la paura. «Giovanni l’ho ’decapitato» va ripetendo fra sè, per far cessare il timore, ma non vi ’riesce. Cosa significa ciò? una grande verità: vale a dire che non vi è mai pace per gli empi, pei scellerati, ipei facinorosi. Erode, per far tecere i rimproveri, per liberarsene, ricorre al ricordo del ’delitto. Quindi anzichè togliere direttamente, accresce la causa del rimorso. Quale contraddizione! Servirsi d’un mezzo totalmente opposto al fine, allo scopo che si vuol ottenere. Con’tra’ddizione nella quale cadono anche molti cristiani. Commettono un peccato, sorge nel loro animo il rimorso che li rode, e quella voce importuna toglie lo-’ ro ’tranquillità: per farla tacere, non vi sono che due mezzi: convertirsi o stordirsi totalmente nel delitto, accrescere l’iniquità. Il mezzo a cui ricorse Erode, che uccise la bocca della verità. Ma il rimorso, anzichè cessare, cresce. Erode dunque è perplesso a cagione ’di Gesù. Non sa che ’pensare. L’antipatia, l’odio per Giovanni si capisce, perchè questi se ’la prendeva con lui personalmente, con rischio che gli si sollevasse contro il popolo: ma Gesù non parlò mai contro Erode, non prese mai alcuna iniziativa contro il Temerete; perchè dunque Erode vuoi prendere le proprie misure contro chi gli ’era affatto innocuo? Dice Gesù suo avversario: come si spiega ciù?E’ un galantuomo, un profeta, dunque mio nemico. Che intuizione! che presentimento strano! Erode vede un nemico in Gesù, non perchè questi parli contro di lui, ma ’perchè Gesù è uomo di Dio. Strano questo ragionamento! Gesù se giusto, benefica tutti; perchè accetto a Dio vanno a Lui pubblicani e peccatori. Vedere nel giusto un persecutore è un fenomeno morale, che si ripete anche fra noi. Il giusto non dirà nulla contro di noi, ma la sua vita, i suoi costumi sono un rimprovero. Abbiamo mai provato antipatie, inimicizie, contro persone, solo peliate sono diverse ’dia noi? perchè più dolci, più umili, più santi, più sapienti, ai siamo indispettiti contro di essi. Eppure i pubblicarvi, le mieretrici, amavano Gesù, andavano a Lui. Non è peccatore in generale che si indispettiva contro i giusti: mia solo il peccatore ostinato, qual’è appunto Erode. I pubblicani hanno errato, ma sentono il dispiacere, desiderano liberarsene. Ma Erode ama peccato; ostinato, non può tollerare chi colla santità della vita è di continuo, sebben tacito rimprovero ai disordini di lui. E questo è il caso di Erode, rispetto a Gesù. Erede iin pubblico vuol mostrarsi siuperioire alla cre