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nia di Blumeneau ed altri centri nella valle del Rio Itajahy, nel 1860 la colonia Dom Pedro; tutte nel territorio settentrionale dello Stato. L’immigrazione italiana in Santa Catharina ebbe inizio quasi contemporaneamente a quella del Rio Grande. Nel 1836 erano state internate una trentina di famiglie genovesi, per iniziativa dell’Agente consolare del Re di Sardegna, nel nord dello Stato, oltre Tijucas, co:le quali si era fondata la colonia Nuova Italia, cui FU poi cambiato il nome in quello di Dom Alfonso. Ma quel tentativo rimase isolato; solo nel 1875 il Governa 1 asiliano incominciò ad attrar•-! una corrente di coloni italiani un po’ regolare, reclutandola per mezzo di agenti speciali nelle provincie del Veneto; ed uno degli scopi principali per cui si vollero int- i-celi:1-.2 italiani nello Stato di Santa Catharina, fu di contrapporre l’elemento colonizzatore latino al tedesco, che vi aveva l’assoluto predominio. Dal 1875 al 1880 entrarono nello Stato circa 4000 veneti e lombardi; vi fu quindi una sosta fino al 1885. Da quest’anno arrivarono immigranti italiani nello Stato nelle seguenti proporzioni: anno

1875 1886 1887 1888 1889

i mmigranti italiani

167 390 549 305 873

anno

1890 1891 1892 1893 1894

immigranti italiani

179 4240 1348 863 27

Le cifre di 4240 e 1348 avutesi negli anni 1891 e 1892 si spiegano carne effetto della cosidetta legge Glicerio del 1890; la quale stabiliva gratuiti e facilitazioni •di vario genere agli immigranti. Dal 1893 la immigrazione italiana nello Stato quasi cessò, limitandosi a poche famiglie chiamate dai parenti; e ciò fu dovuto, oltre che alle condizioni di crisi del paese, prima di tutto all’efficacia del decreto Prinetti, e poi al fatto che il Governo federale cessò di interessarsi della introduzione di immigranti, ed il Governo dello Stato non ebbe più fondi a sufficenza per fare per conto proprio le spese di propaganda e di introduzione. Una parte degli italiani si recò nel nord dello Stato nella zona tedesca, l’altra parte fu introdotta nel sud, dove nessuna immigrazione era per anco arrivata. Le condizioni fatte dal Governo a questi coloni erano press’a poco quelle stesse offerte dal Governo del Rio Grande. Si assegnava un lotto di terreno misurato ad ogni uomo maggiore di 18 anni, mediante modesto compenso. Finchè non fosse estinto il debito, il colono avrebbe avuto un titolo provvisorio; una volta estinto il debito, gli si rilasciava il titolo definitivo di proprietà. Il lotto avrebbe dovuto avere anche un’area di 500 braccia (4840 mq.) di terreno diboscato, ed una casa provvisoria; ma in realtà accadde che l’una e l’altra cosa dovettero farla da sè i coloni. Si dava ai coloni alloggio provvisorio e mantenimento nei primi tempi a spese della colonia, da rimborsarsi entro dieci, anni. Si stabilivano aiuti per i primi tempi, che consistevano poi in un sussidio di 20 milreis

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e nel diritto dei coloni di essere impiegati per qualche tempo nei lavori di pubblica utilità. Ma qui, come nel Rio Grande, i nostri coloni, specialmente quelli della zona meridionale, ebbero a soffrire nei primi tempi le peggiori angustie a motivo del mancato mantenimento delle promesse, dello sfruttamento da parte degli impiegati coloniali, delle peripezie del viaggio e delle difficoltà gravi di avviare a vita civile il paese solitario, coperto di foreste impenetrabili, privo di ogni risorsa. (Continua). 4.. grd.ge67%45,70~n o....„<gét<.z;396,.....,

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11 Maestro ERNESTO STRADA E’ spirato all’alba di mercoledi, dopo lunga e fiera malattia sopportata con animo sereno, confortato dalle speranze della fede. Musicista distinto, appassionato specialmente della musica sacra, lo Strada alternava il suo lavoro tra l’insegnamento del pianoforte e la direzione di sacre esecuzioni musicali nelle chiese. Ultimamente era maestro di cappella nella Basilica di S. Lorenzo e a S. Bartolomeo. Si prestava poi facilmente a suonar l’organo qua e là dove lo richiedevano per la sua perizia e anche per il suo carattere buono e disinteressato. Lo Strada fu anche sindaco di Molteno per cinque anni, e da tutti è ora rimpianto come da tutti era amato in vita anche per le doti del suo cuore sempre inclinato alla dolcezza e alla carità. Contava sessant’anni.


Beneficenza

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi

SOCI AZIONISTI

Sig. Santina Valerio (due azioni) Donna Matilde Sormani Sig.a Emilia Longhi Contessa Amalia Pertusati

L. lo L. 10 L. 5 L. 10

I3FIGNI nI MARE. Venerdì 3 luglio alle ore 14.30, arriveranno da Celle Ligure con. treno speciale, oltre 500 fanciulli, che l’OPERA PIA PER LA CURA BALNEARE AGLI SCROFOLOSI POVERI DI MILANO e PROVINCIA, vi aveva mandato per 45 giorni. Lunedì 6 luglio corrente alle ore 8.30 partirà la seconda spedizione di circa 600 fanciulli per la medesima cura.