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za completa, una petrografia studiata, una mineralogia classificata, una flora conosciuta, dei caratteri fenomenologi complessi e svariatissimi, ma tutti analizzati dalla incessante vigilanza dei suoi amatori. Altri vulcani presentano attività specializzate, il Vesuvio le presenta tutte: cosicchè studiare il Vesuvio è come studiare tutti i vulcani della terra col loro complesso treno di fenomeni e di eccezionalità: e studiare a fondo il Vesuvio è bastevole per diventare vulcanologo. Questa verità, ben dimostrata dall’esempio delle nostre più illustri glorie vulcalogiche, l’ha pure ben compresa Immanuel Friedlaender, un mecenate tedesco che, consacrando a questo nuovo ramo di scienza il suo ingegno e la sua fortuna, ha fatto sorgere a Napoli, terra classica di vulcani, l’Istituto Vulcanologico Internazionale. E lassù, al Vomero, nella placida Villa Hertha, tutta bianca tra il verde dei giardini, si prepara la concretizzazione di un programma scientifico il cui non facile svolgimento l’Italia dovrebbe soccorrere con mezzi e con prestigio ufficiale, orgogliosa di essere stata prescelta a sede e centro di tali importantissimi studi. E come ha i suoi storici ed i suoi mecenati, ha pure i suoi eroi. Da Plinio a Matteucci, che bloccato dalle lave rispondeva semplicemente di star bene a chi 3i interessava di lui: da Melloni a Mercalli, da Panifici.; a Cappello e Malladra, che pare abbia sempre sul volto l’acceso riflesso delle vampe crateriche: a lohstonI avis, a Perret, quest’ultimo un ebreo errante.Iella vulcanologia, presente come scienziato e turista ad ogni attività eudogena, spettatore intelligente di ogni eruzione terrestre, ora infermo in una isoletta nipponica, ferito nel grandioso incendio del Kagoshima. Intorno al Vesuvio cosi si raccoglie e lavora una eletta schiera di fervorosi infaticabili che ne osserva le manifestazioni, ne scruta i fenomeni, ne analizza ì palpiti immani, ne raccoglie, classifica e conserva i prodotti per la storia. Tutti ancora fiduciosi ed intrepidi, ora che il maestro è scomparso col suo tragico destino, ora che Giuseppe Mercalli, il primo tra i vulcanologi contemporanei - degnissimo sacerdote di Dio e illustrazione fulgida della scienza - si è combusto tra le fiamme, ancora rivolto al suo Vesuvio: che si è risvegliato ora mentre se ne moriva la sua vigile sentinella. Continuerà questo magnifico e terribile vulcano a darci i suoi incendi formidabili ed i suoi sopori, le sue gravide nubi ed i suoi erompenti fiumi di fuoco, finchè coll’avvicendarsi delle sue attività, nutrendosi ed accrescendosi di sè stesso come Saturno, aumenterà progressivamente la sua mole, ritornerà il colossale Vesuvio delle epoche preistoriche, il Vesuvio tonante in lotta ignea coi vulcani Flegrei - che generò il mito dei ciclopi - fino a raggiungere una vetta doppia dell’attuale nell’unione col Somma... Ma passeranno per questo centinaia, forse migliaia di anni. Allora avverrà un’altra gigantesca catastrofe... ancora molto lontana perchè possiamo spaventarcene innanzi tempo, e, quel ch’è più, inutilmente!

P. M. FRASCUNI.


Religione

Domenica 5° dopo Pentecoste

Testo del Vangelo.

Avvenne che nell’andare il Signore Gesù a Gerusalemme, passava per mezzo alla Samaria e alla Galilea. E stando per entrare in un certo villaggio, gli andarono incontro dieci uomini lebbrosi, i quali si fermarono in lontananza, e alzarono la voce dicendo: Maestro Gesù, abbi pietà di noi. E miratili disse: andate, mostratevi ai Sacerdoti. E mentre andavano restarono sani. E uno di essi accortosi di essere restato mondo, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce, e si prostrò a terra ai suoi piedi, rendendogli grazie: ed era costui un Samaritano. E Gesù disse: Non sono eglino dieci quelli che sono stati mandati? E i nove dove sono: Non si è trovato chi tornasse, e gloria rendesse a Dio; se non questo straniero. E a lui disse: alzati, vattene; la tua fede ti ha salvato. S. LUCA, cap. 17.

Pensieri. Sono gli ebrei e samaritani, insieme mescolati, che si presentano a Cristo: la sventura ha il potere di af. fratellare gli uomini, perchè distrugge l’orgoglio, toglie tutte le divisioni e i privilegi. Ci lascia solo uomini e nessuno si è mai insuperbito di essere uomo. E quando la sventura è irrimediabile il male incurabile come la lebbra, si sente la nostra dipendenza da Dio, il nostro aiuto ed appoggio solo in Dio; e questo è un’altra fonte di fratellanza. Alle parole di Gesù si avviano. Sono guariti. Allora viene la divisione: caso strano! Ma è perchè gli ebrei devono mostrarsi ai loro sacerdoti e i Samaritani pure ai loro? Quella divisione che aveva tolto la sventura, ritorna e trova la sua ragione nella religione. Non è un fatto isolato. Chi non ricorda le guerre di religione, l’odio più profondo, le crudeltà, le sevizie commesse in nome di Dio? Se mettiamo a confronto il sangue sparso per tutte le ragioni, e quello sparso per la religione in nome di Dio, sovrabbonda a tutte: è un mare! Gli uomini quante volte uccisero in nome.di Dio! Ma fu proprio per la religione? Se fosse davvero si sarebbe indotti quasi lasciarle tutte! Meditiamo questo fatto del Vangelo. Il Samaritano si stacca per presentarsi ai suoi sacerdo,ti, ma poi sente l’obbligo naturale di ringraziare Gesù, e si presenta a Lui immediatamente. E se gli