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crede ancora alla carità», alle parola con cui Leone XIII, dando a S. Vincenzo de’ Paoli il titolo di patrono di tutte le opere caritatevoli della Chiesa universale, prese occasione a ciò dalla riunione cinquantenaria della Conferenza tenuta nel 1883 a Parigi; alle parole, con cui Pio X dichiarò ai vescovi d’ogni parte della terra nulla desiderare egli maggiormente che veder diffondeersi in ogni più remota plaga i fratelli d’Ozanam; alle parole finalmente che a titolo di supremo elogio furono scritte sulla tomba di Ozapam: «Iuvenum conquistor ad militiam Christi: acquistatore della gioventù alla milizia di Cristo». FILIPPO CRISPOLTI.


Religione

Domenica dopo l’Ascensione

Testo del Vangelo.

In quel tempo, il Signore Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: Padre, è giunto il tempo; glorifica il tuo Figliuolo, onde anche il tuo Figliuolo glorifichi te: siccome hai data a lui la podestà sopra tutti gli uomini, affinchè egli dia la vita eterna a tutti quelli che a lui hai consegnati. Or la vita eterna si è che conoscano te, solo vero Dio, e Gesù Cristo mandato da te. Io’ ti ho glorificato in terra, ho compito l’opera che mi desti da fare: e adesso glorifica me, o Padre, presso a te stesso, con quella gloria che ebbi presso di te, prima che il mondo fosse. (S. GIOVANNI Cap. 17).

Pensieri. Forse è impossibile trovare in tutto il santo Vangelo un brano, che ci possa consolare più dell’odierno. Consideriamo chi prega, a quale scopo Gesù faccia al Padre una tanta preghiera, ed a favore di chi. Basteranno queste assai semplici considerazioni per farci trovare quella fede e speranza che — innanzi allo spettacolo d’un mondo pagano — pare debba subire delle scosse mortali, e debba l’altra — nello scetticismo universale — andare naufragata e perduta. Così non è in realtà. Ciò per grazia di Dio. Chi prega è Gesù, il desiderio del quale è sempre -per la sua dignità — più che ascoltato, immantinente esaudito. E’ Gesù che dopo l’opera della redenzione, si rivendica — diritto di conquista — un potere pieno, assoluto, universale sopra tutti gli uomini. E’ Gesù che prega a sè il premio d’aver interamente e perfettamente compiuta la volontà del Padre suo sopra di questa terra. E’ Gesù, vittorioso, che quasi innanzi al Padre conduce — dopo la vittoria — le schiere sue fedeli perchè dal Padre abbiano a ricevere la corona ed il premio. A tanto intercessore nulla si può negare. Quale lo scopo della sua preghiera? Il preínio sperato, per cui ha lodato con inenarrabili lotte e dolori, la gloria non del mondo, ma la sua

gloria, la gloria del cielo. E’ a Dio che la chiede, che domanda una luce, che da quel centro si parta, si propaghi, si riverberi sopra di lui, coprendolo — come il Padre -degli splendori e dei fulgori della Divinità. La sua preghiera chiede la propria elevazione, la realizzazione audace ed ardita del suo programma agli uomini: essere simili al Padre che è nei cieli! Per chi prega Gesù? Prega per gli uomini, perchè tutti i suoi eletti abbiano la vita eterna, perchè tutti siano salvi quelli che conosceranno il Padre e crederanno nel Cristo, da lui mandato: Per chi prega dunque? Per gli uomini ai quali Cristo venne a predicare ed insegnare la verità e la misericordia, pei quali — in vera umiliazione infinita — si incarnava e moriva fra gli orro• ri del Golgota. Ci basta ricordare dall’un canto le grandi promesse di Cristo alla preghiera, dall’altro aver esaminato le splendide condizioni in cui Cristo ha rivolto al Padre la sopraccennata preghiera. Ed allora? i • •

Nessuna parola di Cristò può andare perduta mai. I secoli, il mondo, la storia degli uomini fanno a gara nel dare il loro suffragio di verità a Gesù; e dunque? Dunque l’uomo non può, non deve disperare mai nei frequenti avvilimenti, cadute, miserie in mezzo alle quali conduce la misera e grama sua esistenza. E’ dopo questa sublime preghiera che l’uomo può osare, può chiedere il miracolo: è dopo questa preghiera che il mondo perde la sua forza innanzi al suo vittorioso trionfatore: è dopo questa preghiera, che — stremate le sue forze ed audacie — comincia una nuova terribile, irresistibile forza divina, che non conosce inciampi, non conosce soste, non patisce indugio alcuno: è dopo questa preghiera, che l’uomo non può rendersi vittima nè delle proprie debolezze, nè d’un più forte destino: è dopo questa preghiera che le nostre lotte — lo crediamo e speriamo — avranno un esito favorevole, trionfale: è dopo questa preghiera che le nostre energie si moltiplicheranno certi di non patire sconfitte dopo la preghiera — esaudita sempre — dl’Cristo, che ci raccomanda al Padre perchè tutti gli uomini abbiano la vita eterna, siano salvi. E perchè s’attrista l’uomo nelle difficoltà? Perchè, scorato, si rivolge alla terra, al piacere, al senso, alla cupidigia dei beni materiali, dell’oro, l’uomo, per cui Cristo prega l’eterna vita? Non sono dunque là le nostre aspirazioni, i nostri voti, il desiderio nostro? Possiamo aver noi una preghiera nostra in contrasto, in opposizione a quella di Gesù? Pregheranno — in questo caso — in suo nome, con quelle condizioni, a cui è promessa, garantita la suprema efficacia? Non insultiamo, non deridiamo — agendo diversamente — la grande preghiera di Gesù? Ah! Gesù ha pregato per gli uomini: Gesù ha pregato che tutti gli eletti siano salvi, ma chi sono questi fortunati che egli dice eletti? quasj prescielti, quasi pre destinati alla gloria?