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memorativo di papa Pio V a Giovanni d’Austria, per la spedizione contro i Turchi; la consegna della medaglia venne fatta solennemente in Santa Chiara. L’altare ora scoperto subì la stessa sorte *del monumento a re Roberto; esso venne racchiuso totalmente nella fabbrica dell’attuale altare maggiore che è del più puro stile barocco. Per’isolare quel prezioso altare gotico dal soprastante altare maggiore, l’opera non è stata facile. E’ stato un prodigioso lavoro di statica, felicemente Compiuto dall’ingegnere De Simone, direttore infaticabile ed intelligente, il quale ha dovuto, non apPena messo a luce l’antico altare, far sostenere in bilico tutta la muratura ed i marmi dell’altare soprastante. Il lavoro è stato difficilissimo, ed ha fatto temere Per la sua riuscita. Con cemento armato è stato possibile costruire una solida armatura di sostegno, fatta a guisa di vòlta,,che regge solidamente la parte alta dell’altare maggiore, ove si trovano marmi pregevolissimi e finemente lavorati. Il gran sogno del Bonaventura è oggi un fatto compiuto; l’arduo Cimento al quale con amore e con studio si è provato, è riuscito felicemente, senza turbare l’armonia decorativa del tempio, che è monumento nazionale, senza spostare o imitare la parte architettonica postuma o antica; ciò che era assai difficile a compiersi. Oggi si può, quindi ammirare nel mausoleo di re Roberto.d’Angiò, l’opera maggiore che si trova nel tempio, e che rappresenta, per se stessa, un vero- tesoro d’arte, che ricorda l’antico splendore e la magnificenza angioina. L’arte sacra settecentesca riconobbe i tesori scultorei ch’erano profusi sul monumento Angioinò, non marmi antichi intarsiati, che accrescevano pregio al tempio, non tutta quella autentica magnificenza di linee e di colori con cui la scuola giottesca aveva saputo adornare le vaste pareti del maggior -tempio delle Clarisse essi, gli artisti del ’zoo, non apprezzarono qual tesoro incommensurabile arricchiva quelle pareti e quei monumenti regali, vollero restaurare Con criteri per essi nuovi, cancellando, in breve temi)°, quanto di più bello e di veramente artistico v’esisteva e lasciando ai posteri un’opera nuova, ma assai meno bella, dopo avere, senza rimpianto, eccultato alle future generazioni quegli splendori ind iscussi che la scuola Giottesca prima, la pisana poi, vollero elargire in questo grandioso tempio d’arte cristiana, in quel mausoleo stupendo che ricorda un nobile periodo di storia d’i Napoli. Il piccone oggi ha distrutto, ove poteva, quegl’intonachi settecenteschi; Ea staccato dalle pareti, clic’tro l’altare maggiore quella crosta malvagia posteriore, e le vetuste bellezze, occultate dagl’innovatori ritornano in luce, a testimoniare alle nuove generazioni la magnificenza di quella passata stirpe che ebbe artisti di gran valore, i quali lasciarono, anche nella storica chiesa di S. Chiara, l’impronta del loro en.i.0 in opere d’inestimabile valore. Nei dipinti, ora venuti a luce, i colori, quantun que sbiaditi da una pàtina secolare e graffiati in parte, si ammira altresì la sicurezza delle linee eleganti e di finissimo gusto artistico. Nella «Madonna con Bambino», l’affresco suaccennato, si conservano quasi intatti i colori; esso è certamente uno dei migliori esemplari di quella scuola giottesca che pure resta famosa nella storia della pittura universale. Ancora dell’altro dovrà compiersi in Santa Chiara: altre pregevolissime opere d’arte, ancora racchiuse nell’intonaco settecentesco potranno ritornare a luce; l’ufficio regionale per la sovraintendenza dei monumenti, che ha sorvegliato i lavori, che sono stati compiuti, dovrà continuare l’opera tanto felicemente ideata dal P. Carcano, e la stessa Direzione generale di B. A. non dovrà, nè potrà ostacolare tutto ciò, trattandosi di abbellire questo monumento nazionale, uno dei più ricchi ed importanti dell’Italia Meridionale, nel quale si conservano tante opere d’arte, che ancor oggi, mutati i tempi ed i gusti e dopo le vicende dei secoli, dimostrano nelle linee severe e magnifiche, nelle decorazioni ricche e S tupende la sovrana bellezza dell’arte cristiana. 414 *. 414 4,4 414 414 44 414 41t..94

II, CROCIERO O PETTIROSSO C ISilosen)

Allorchè fissando il cielo Cristo in crdce agonizzava, dolce soffio misterioso la trafitta man sfiorava. Ei da tutti abbandonato vide accorrer frettoloso, presso un chiodo accuminato un soave augel pietoso. Col beccuccio sanguinante s’adoprava con ardore a staccare dalla Croce il Figliol del suo Creatore. Mite a lui Gesù si volse: «Sii per sempre benedetto, di quest’ora, del mio sangue resti l’orma sul tuo petto». Di vermiglio sangue asperso si nomò l’augel, crociero; fra gli abeti un canto scidglie tutto fascino e mistero. SAMAR FT A.

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