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pilla’ come una. viva fonte da quei racconti, da quelle fiabe di tempi" lontani e cari. Il diamolo. «l’eterno gabbato» è, quasi sempre l’eroe delle leggende valdostane; eroe stranamente minchione che esce scornato e deriso sovente. Il Tibaldi scrive con arguta eleganza e sa mantenere quel cachet particolare a quei racconti fantastici e suggestivi. Nel rievocarli, nel tramandarli ai lontani nepoà, egli ha, fatto un’opera meritevole di. plauso; quella di salvare dall’oblio in cui vanno sparendo molte cose passate e testimonianti la vita, gli usi? e i costumi di coloro che ci hanno da lungo tempo preceduti nella tomba. Altra opera meritoria è lo studio ’che l’A. fa sul Cretinismo in Valle d’Aosta, provando coi fatti e col’le statistiche, le esagerazioni dette e scritte su tale ptnoso flagello. Egli prova che tale tremenda degenerazione tisica vi fu importata dal limitrofo Valiese, che infierì nella. Maurienne, nella Savoia, nel Tirolo nelle Alpi Carniche; tali statistiche ne provano il il confronto desolante, e provano pure come oggidì il vero cretinismo sia sparito dalle valli aostane e che solo più si trovano, in numero sempre decrescente, dei deficienti, o scemi. Al disopra dei seicento metri, non esisteva, pare, il cretinismo, mentre dilagava nelle basse valli; le cure, l’igiene, le comunicazioni crescenti hanno a poco a poco rinnovata la generazione ormai sana), bella, forte, e senza timore di smentita, assai più intelligente di tante altre. Le guide eroiche e gentili d’animo e di cuore cììe piantarono il tricolore sulle più alte cime del mondo nei più lontani e gelidi lidi, la fioritura continua tigogliosa di opere d’ingegno nella letteratur nella storia e nelle scienze, provano come i vajdc,stani sappiano tenere alto il nome augusto cella loro valle diletta! C. Coggiola. rik iN A

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Sochlà "Amici M BBIlg„ - " Prdvvidgilza Materia„ In questi giorni si è diramata la seguente circolar,’: gelinai., 1,14.

In recente assemblea sitraordinaria, la Società Amici del bene si è sciolta, deliberando di far tesoro del patrimonio, delle sue esperienze e delle sue energie a vantaggio specialmente della Provvidenza Matern:,. Quest’opera tende al soccorso immediato delle puerpere povere, e, benchè inceppata da quelle difficoltà finaziarie che costringono tutte le istituzioni di carità a limiti penosi,,ha allargato le sue ali su quasi tutte le parrocchie milanesi e vorrebbe,intensificare la S11,7 azione per aiutare più efficacemente centinaia di mi:

sere madri e d’innocenti bambini all’alba d’una vita che tutto invoca da anime generose. Per raggiungere l’intento di soccorrere alme;;o più bisognosi, invoca l’adesione diluite le persone di cuore, facendo appello specialmente ai soci del cessato sodalizio degli Amici del bene, i quali saranno ben lieti di passare ’personalmente e con le loro aderenze ad una istituzione ispirata ai più nobili e pratici ideali di carità e di previdenza sociale. A questo invito, che tutti. accomuna in un’epera buona, si unisce scheda di adesione, con preghiera di cortese rinvio alla Provvidenza Materna - Milano Via S. Damiano, n. 44. Il Fresidente della Società Amici del Bene ERCOLE GNECCHI Il Presidente della Provvidenza Materna GUIDO BORROMEO



Beneficenza.

Assemblea Generale delle Patronesse dell’Opera Pia Catena.


Col soia() largo intervento di benefattrici, che è tradizionaie ormai negli annali dell’Opera Pia Catena, venerdì scorso alle ore 14.45 nel salone prepositurale di San Fedele si tenne l’Assemblea Generale per il rendiconto dell’annata 1913. Presiedeva il R.mo Prevosto Nava coi consiglieri sig. cav. uff. Ercole Gnecchi, dott. Antonio Mancai, 1Vions. Cesare Orsenigo e dott. Attilio Faconti. Il dott. Attilio Faconti espose in una lucida relazione le benemerenze dell’Opera Pia dal punto di vista medico, lumeggiando tra i 159 beneficati i casi più tipici, che ebbero quest’anno ristoro dalle cure di Salso mercè’ l’Opera Pia Catena e lanciando anche qualche ardita proposta, da cui traspare tutta la sua anima filantropica. Al dott. Faconti seguì ii Sac. C. Orsenigo, segretario dell’Opera Pia, esponendo con un commento intessuto di copiose consideraiioni le cifre del bilancio; ricordò con sentimenti di viva gratitudine le offerte straordinarie, fra cui le ’diecimila lire degli Eredi Feltrinelli, e ricordò con parole di vivo rimpianto’ i benefattori defunti, cioè il comm. Giovanni Silvestri, la signora Pedroni Pavesi Giulia, il signor Angelo Besozzi, la nobile Fanny Simonetta e la signora Bizzozzero Consocino Marianna. Chiuse la sua esauriente relazione esponendo i criteri per cui il Consiglio ha deciso erogare immediatamente l’eredità Feltrinelli, anzichè capitalizzarla; criteri che si possono riassumere in questa frase a data l’indole della beneficenza dell’Opera