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ma questo significa che siccome i cristiani accusati di tale delitto, dell’incendio ’cioè della città, si saranno strenuamente difesi e forse fino all’evidenza, di non eSsere essi gli autori dell’incendio, finirono coll’essere ugualmente condannati quali odíatori del genere umano. Ciò però non toglie. che Nerone abbia almeno tentato di farli condannare quali autori dell’incendio e cosi purgarsi innanzi alla pubblica opinione. Tacito parrebbe pienamente ’convinto di ciò, poiché, dopo aver detto de’ supplizi ai quali furono condannati, soggiunge: quamquam adver’sus sonts et novissima exempla meritos, miseratio oriebatur tamquam non utilitate publida, sed IN SAEVITIAM ttnius absumerentur». La prova poi che si vuol dedurre dal silenzio dei polemisti pagani, i quali non hanno affermato che Nerone abbia accusato i cristiani dell’incendio, non esclude che egli lo abbia almeno tentato, per la semplice ragione che tutti erano convinti che Nerone e soltanto Nerone, era il vero responsabile di quel delitto. Così Svetonio, siccome é esplicitamente affermativo nell’accusare Nerone di essere stato l’autore dell’incendiò di Roma, ne segue che egli non parlasse del tentativo fatto da lui (li gettar sui cristiani la colpa dell’incendio, a meno che questi fossero stati ufficialmente condannati per tale delitto. Il che non si verificò. Prima ancora di Svetonio, vecchio’aveva giài denunziato Nerone quale attOère dell’incendio. In principio del XVII libro della sua Storia Naturale, scritta nei primi anni del regno di Vespasiano, parla di certe annose_ piante di loto che durarono verdi e vigorose molti anni «fino All’incendio di Nerone con cui egli bruciò la città», e sarebbero vissute ancora, «se quel prindipé non avesse affrettato la morte anche delle piante». Per Plinio dunque, che scriveva sei anni circa dopo l’incendio, questo era dovuto a colpa di Nerone. (Continua). ‘.k s". "I" ii.r,zsl ‘ ì• 4V /,!"

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Religione

Domenica

2a

dopo l’Epifania

Testo del Vangelo. Essendo stata la madre di lui Maria sposata a Giuseppe, si scoperse aver concepito di Spirito Santo prima che andassero a stare insieme. Ora Giuseppe, marito di lei, essendo uomo giusto, e non volendo esporla all’infanzia, prese consiglio di segretamente rimandarla. Ma mentre egli stava in questo pensiero, un Angelo del Signore gli apparve in sogno dicendo: Giuseppe figliuolo di Davide, non temere di prendere Maria tua consorte; impeiocchè, ciò che in essa è stato concepito, è dallo Spirito Santo. Ella darà al mondo un figliuolo cui tu porrai nome’ Gesù. • S. MATTEO, I, 19. Pensieri. Il S. Vangelo ci assicura, del miracolo. La situazione anormale di Maria -vergine fidanzata. — è tale da creare facilmente obbiezioni e dicerie: tanto vero clic il pio e buon Giuseppe, nella sua giustizia, — nel diritto dunque ch’aveva di tutelare la sua dignità di uomo e di sposo — sta per sciogliersi da ogni promessa e. rendere a lei la sua libertà, quando un angelo l’assicura del mistero, dell’opera dello Spirito Santo, opera divina, opera affatto singolare, ma onorificentissima: Giuseppe, aooile, crede ’al divino messaggio e si prende - dilettissima sposa -Maria. Una osservazione. Si dà alle volte in mezzo alla Società tale fatto, tale condotta, tale indirizzo di cose che noi non arriviamo a capire, che desta le nostre meraviglie, che ci preoccupa anzi perchè ci pare di vederlo contro quel complesso di idee, di situazioni, di cose ed atti che per essere tradizionale e secolare, ci pare sacra ed assoluta verità. Allora noi azioniamo contro. A questo movimento nuovo opponiamo la reazione nostra, e ci pare con questo di salvare ciò che inesorabilmente per noi era sacro ed... intangibile. Piccinerie, amici miei. E’ vero, noi non abbiamo l’angelo che -- dal cielo direttamente — ci dice come s’origini la• cosa, quale sarà la conclusione, il risultato di questi urti, di questi indirizzi della società, della famiglia, d’atteggiamenti che sembrano contrarii. Vero, e per questo — sdegnosi — ci teniamo in disparte,.ci assentiamo. Ci assentiamo da lotte feconde, da opere sante col pretesto che tutto non... è bene, ecc.,’ Ci assentiamo contro l’esortazione di vescovi, del Papa, della Chiesa: ci assentiamo.e ci teniamo indifferenti anche quando il cuore sussulta e sanguina per il grido straziante delle folle, citi miserabili, degli er ranti.