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IL BUON CUORE 289


gioia, di pace: trionfo, che dietro non lascia vittime nè stragi: trionfo cantato dai gravi d’Israele, gustato dalle giulive e balde canzoni delle figlie e garzoni di quel popolo... Oh! se Gesù comandasse la vera libertà ai popoli, alle genti tutte! oh! se sulle passioni nostre cavalcasse trionfatore, Gesù! Come festivo, gioioso l’inno dei nostri cuori, dei nostri spiriti veramente liberi. Ma quanti non si oppongono al volere di Gesù, quanti non inceppano la dolce autorità della Chiesa, dei ministri suoi. A tutti è gridata in questo tempo d’Avvento la grande parola: preparate le vie del Signore... Che dunque s’aspetta? Noi felici se coll’antiche figlie di Solima ci sarà dato cantare nelle prossime festività: Benedetto colui che viene a noi nel nome del Signore. B. R.

SUL POGGIORON DELLA MADONNINA DEL DOMM

E boffa, e boffa, e boffa, finatment Ghe sont rivaa su quell poggiced rotond i A guarda in giò... che formighee de genti A guarda in sa... silenzi... azzur profond. In tutt quell formighee, sta el noster mond: che forza che ghè, in quel moviment i Ma a guarda in Ciel, el coo el te se confond te sentet che nun semm pocch o nient. Siccome quel poggiom l’è on poo sporgent, Te fa l’effett de vess come in balon, Se ved montagn e piazz e monument, E- a centinaja i scimm di caminon Dell’Industria, che cascen on gran fumm; L’è on fumm che se risole in tant million; Ma là su in alt, te sentet ona vòs Che parla no de prosa, de finzion; Ma d’on quaicoss... de pur...- de deliziòs FEDERICO

Il Municipio di Milano -ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.


Beneficenza


Fiera per l’Asilo Infantile dei Ciechi

Via Vivaio, 7

Lunedì cominciò nel Salone dell’Istituto dei Ciechi l’annunciata fiera a favore dell’Asilo Infantile dei bambini ciechi. Il salone presentava un magnifico aspetto: lungo le pareti, nel centro e sul palco, spiccavano i banchi delle dodici capi-gruppi, ricolmi di oggetti di vendita delle più svariate materie. Sul palco, nel centro del banco della Buouvette, tenuto dalla Baronessa Leonino, spiccava il dono di S. M. la Regina Madre, un grande candelabro a lumiera, e sul banco centrale, il dono delle Signore Patronesse. Era pure esposto un mezzo busto in bronzo dell’Abate Antonio Stoppani, dono ed opera dello scultore Confalonieri. Verso le ore 15, quando il Salone erasi già molto affollato, venne fatta una breve commemorazione della defunta Marchesa Maria Trotti, già Presidente del Comitato Promotore dell’Asilo Infantile, anima delle fiere negli anni scorsi, e della quale molti lavori precedentemente preparati, erano sul già suo banco, ora tenuto dalla Nobil Donna Bice Greppi. 11 Rettore dell’Istituto rivolse ai presenti alcune par.ole di ricordo della benemerita Marchesa, richiamando quanto a beneficio dell’opera pia avesse tatto col consiglio e coll’opera, e augurando ch-e degna persona venga prescelta a succederle. La Signorina. I atelda Cajrati, segretaria del Comitato, che aveva conosciuto la Marchesa nell’intimità, lesse la seguente commemorazione,ascoltata da tutti col più vivo interesse e con sensi di vera commozione. Giovedì mattina, un lungo, si potrebbe dire, infinito corteo, seguiva la salma della M.sa Trotti dal palazzo di Via Bossi alla Parrocchia di San Tommaso e quindi al Camposanto. Là, ne intesserono ben degnamente le meritate lodi, Monsignor Vitali, rimpiangendo in modo speciale la Presidente dell’Asilo Infantile dei Ciechi, il Prevosto di San Tommaso, Don Marazzani, che la conobbe sotto l’umile luce della Dama di S. Vincenzo e ricordò la mesta gioia d’averla assistita nella morte edificante e la maestrina cieca Una Venturelli portò alla salma venerata il saluto riconoscenté dei bambini ciechi che furono oggetto di speciale, materna carità della Marchesa. Davvero che la dipartita del’eletta gentildonna è lutto non solo per l’aristocrazia, cui apparteneva, ma di tutti che la conoscevano: conoscerla, voleva dire stimarla e non è vuota frase, ma profonda convinzione l’asserire che si piange la Marchesa Trotti dalla reggia al tugurio. Se la benevolenza di S. M. la Regina Madre che l’ebbe carissima fra le sue dame, altamente l’onorava, la gratitudine del beneficato rare volte fu più sincera che per lei.